di Giuseppe Zingarelli
“Sono inammissibili le lentezze dell’ANAS. Notevoli i ritardi dei lavori oggetto del cronoprogramma per riadeguare strutturalmente la galleria ‘Passo del Lupo’. Chiediamo all’Ente una reciproca e costruttiva collaborazione affinchè velocizzi le tempistiche degli interventi operativi volti a mettere in sicurezza il tunnel”. È questo, in sintesi, il contenuto del documento redatto, sottoscritto e inviato giorni fa dai sindaci del fortore foggiano, campano e molisano alla Direzione Compartimentale di ANAS Spa-Regione Puglia, al termine di un incontro-dibattito tenutosi in Campania, a San Bartolomeo in Galdo (Benevento).
Fiato sospeso, dunque, per le sorti della galleria “Passo del Lupo”. Il tunnel ubicato sulla SS17 Var, Foggia-L’Aquila, consente il collegamento veloce Puglia, Campania Molise. I sindaci delle numerose comunità a ridosso dei Monti Dauni, provincia di Foggia, del Fortore campano e molisano, hanno fatto ‘pressing’ su ANAS per chiedere di ‘velocizzare’ il cronoprogramma dei lavori necessari a porre in sicurezza la galleria. L’incontro organizzato lo scorso 3 febbraio dal sindaco del comune di San Bartolomeo in Galdo (Benevento), Carmine Agostinelli, e dal Consigliere regionale pugliese di ‘Per la Puglia’, Antonio Tutolo, nella biblioteca del comune sannita, ha sortito gli esiti sperati. Lo scorso 10 febbraio, a Bari, una nuova, reciproca e proficua interlocuzione sembra aver portato le parti a condividere un accordo definitivo riguardo alle tempistiche afferenti alla esecuzione degli interventi operativi necessari a riconfigurare totalmente i 1.373 metri del prezioso “budello”. Presenti all’incontro, il Capo Dipartimento ANAS-RegionePuglia, l’ingegner Vincenzo Marzi, il sindaco di San Bartolomeo in Galdo (BN), Carmine Agostinelli, i consiglieri regionali pugliesi, Joseph Splendido, Antonio Tutolo e Rosa Barone. Ridurre al minimo le interruzioni dei lavori era di fatto l’obiettivo che Agostinelli, Tutolo, Splendido e la Barone volevano perseguire. L’esito dell’incontro ha confermato che la galleria rimarrà aperta nelle ore diurne. Saranno programmate solo chiusure serali e notturne. Si lavorerà tutti i giorni della settimana, sette giorni su sette, nella fascia oraria 18-06, con un appalto unico stipulato convenientemente dall’ANAS. Molteplici criticità strutturali avevano selvaggiamente ‘aggredito’, messo in ginocchio, tramortito e quasi ‘dilaniato’ la galleria “Passo del Lupo” negli ultimi due ‘decenni’, a partire dal 2008. Il tunnel collega cinque regioni. Puglia, Molise e Campania, direttamente, assicurando alla “Capitanata” l’unico collegamento ‘interno’ in direzione Abruzzo, grazie allo svincolo di Sulmona (L’ Aquila), e in direzione della Capitale, grazie allo svincolo di ‘San Vittore’, che si raggiunge oltrepassando Isernia.
I lavori di riammodernamento della “Passo del Lupo” ebbero inizio ufficialmente il 27 novembre 2018. Già dieci prima di quella data, verso la fine del 2008, inizi del 2009, il tunnel iniziava a ‘manifestare’ agli ingegneri dell’ANAS preposti al suo monitoraggio i primi, evidenti, sintomi di malessere generale. Non è assolutamente possibile che dal 2008-2009 le criticità strutturali del tunnel fossero sfuggite all’attenzione dei tecnici. ANAS, dunque, avrebbe dovuto attivarsi ed intervenire già in quegli anni per ‘soccorrere’ anzitempo una galleria già visibilmente sofferente, “fornendo” ad essa tutte le “cure” del caso necessarie a ripristinare condizioni di decenza e di decoro strutturale nel traforo. Non si può non vedere un elefante sofferente letteralmente accasciato al centro di una strada. Non si potevano non rilevare all’interno della “Passo del Lupo” simili situazioni di così diffuso degrado “condite” da molteplici e visibili fatiscenze di ogni tipo. Nebbie, misteri e contraddizioni rappresentano la trama del “caso” che fatto balzare agli “onori” della cronaca la galleria e il noto “record” da “Guinness dei Primati” trafiardato dall’ANAS. Circa 2.269 giorni, oltre 6 anni, per completare appena 420 metri di una galleria la cui lunghezza è inferiore a due chilometri, soli 1.373 metri. E di questo “dramma”, all’orizzonte, non ancora si scorge la fine. Un dramma. Esattamente il termine adoperato dal sindaco del paesino campano, Carmine Agostinelli, aprendo la riunione dei sindaci a San Bartolomeo in Galdo: “Noi tutti, le comunità che rappresentiamo, cittadini, imprenditori, agricoltori, automobilisti, autotrasportatori, studenti pendolari, anziani bisognosi di cure sanitarie, stiamo vivendo un dramma collettivo con questa benedetta galleria!”. L’infrastruttura dal 2008-2009 manifestava un “pallore” sempre più evidente e preoccupante. Non si spiegano razionalmente le ragioni che avrebbero impedito all’ANAS di non intervenire e non soccorrere per così lungo tempo un tunnel afflitto ed attanagliato da conclamate “sintomatologie” strutturali. La verità è che prima del 27 novembre 2018, data di inizio dei primi interventi operativi all’interno della infrastruttura, ci sono state vere e proprie “omissioni di soccorso” dell’Ente nei confronti del tunnel. Da quasi due decenni, entrando nel “budello” sembrava di avventurarsi in atavici e remoti anfratti scavati nelle viscere di luoghi dimenticati dalla civiltà. Internamente l’atmosfera che si respira è decisamente cupa, tetra, asfittica, tenebrosa, angusta, opprimente. Sembra di entrare nella perfetta dimensione del disagio e dell’angoscia. Una dimensione ‘giurassica’, che ferisce inesorabilmente lo stato d’animo degli automobilisti, proiettandoli in una dimensione irreale. Il tunnel, quasi furente per non aver ricevuto le indispensabuli cure da parte di chi avrebbe dovuto soccorrerlo e curarlo, sembrava chiedere aiuto agli automobilisti che transitavano al suo interno, comunicando loro tutte i malanni che lo avvilivano. Quasi volesse dire: “Ma perchè non mi soccorrino? Sto malissimo!”. Era come se la galleria lanciasse continui ‘SOS’, nella speranza che qualche automobilista si accorgesse delle sue sofferenze e allertasse i soccorsi. Il malessere del tunnel trasmetteva e trasmette agli automobilisti sensazioni di ansia, inquietudine, bisogno di allontanatanarsi velocemente da quel luogo così opprimente. La configurazione strutturale della ‘Passo del Lupo’ mortifica i sensi e le percezioni emotive degli automobilisti alla guida dei loro mezzi. Molti di essi, prima di entrare nella “Passo del Lupo”, e questo succede ancor oggi, si fanno il segno della croce, in quanto tunnel in passato sono stati sfiorati pericolosi “frontali”.
Le gallerie sono infrastrutture ‘chiuse’. Vanno attenzionate e manutenzionate nel pieno rispetto delle prescrizioni normative previste in materia di sicurezza. Devono essere configurate opportunamente per rendere psicologicamente confortevole e prioritariamente “sicuro” il transito di mezzi e automobilisti al loro interno. In Svezia, ad esempio, le pareti e le volte delle gallerie sono dipinte di color azzurro-cielo, un colore altamente rilassante e rassicurante per gli automobilisti, e sono dotate all’interno di potenti impianti di illuminazione che sembra di viaggiare alla luce del giorno. In Italia abbiamo maturato la deprecabile cultura di ritardare gli interventi su infrastrutture che da tempo segnalano inequivocabilmente la loro evidente “sofferenza”. Infrastrutture che, pergiunta, hanno una rilevante importanza per i collegamenti nazionali. Nel nostro Paese oltre 200 gallerie e circa 2.100 viadotti sono in attesa di ricevere adeguati “interventi terapeutici” di ordinaria e straordinaria manutenzione. Questi ritardi, queste lentezze, non ci collocano certamente ai vertici delle classifiche europee per quanto riguarda le tempistiche e l’efficienza di intervento su infrastrutture “tormentare” da malanni strutturali. Strade, ponti, viadotti e gallerie sono un patrimonio inestimabile del nostro Paese. Promuovono sviluppo, turismo, cultura, conoscenza del territorio. Strade, ponti, viadotti e gallerie ci accompagnano quotidianamente nei nostri spostamenti. Sono gli inseparabili amici delle nostre mobilità. La modernità e la sicurezza, dunque, non risiedevano nella galleria “Passo del Lupo”. Transitando all’interno della infrastruttura, per l’intera sua lunghezza, si riscontra agevolmente una lunga serie di allarmanti carenze strutturali. Inadeguatezza ed insufficienza dell’impianto di illuminazione, con impressionante frequenza la galleria restava completamente buia. Totale assenza di impiantistica antincendio, diffuse infiltrazioni unitamente ad evidenti ristagni di acqua lungo le pareti ed i bordi della sede stradale, spesso letteralmente invasa da fiumi di acqua. La totale assenza di impianto di ventilazione si accompagna ai diffusi ammaloramenti della volta. Le pareti si presentano visibilmente erose, consunte, oscurate da decenni di trascuratezza. Mai si è pensato di imbiancarle con apposito e prescritto materiale plastico luminescente. Fino a poco tempo fa si registrava perfino la completa mancanza di catarinfrangenti delimitanti i bordi della carreggiata. Entrare nella “Passo del Lupo”, vitale per lo sviluppo socioeconomico e commerciale di tre province, Foggia, Benevento e Campobasso e tre Regioni, Puglia, Molise e Campania, nonchè dell’intero Meridione d’ Italia, peraltro trampolino di lancio verso Abruzzo e Lazio, era come entrare in un tunnel della paura nelle sofisticate ed ipermoderne giostre dei “Luna Park”. Solo che la ‘Passo del Lupo’ non è un “Luna Park”. Tant’è che a conferma di ciò, dopo i primi interventi di risanamento strutturale eseguiti da ANAS, era il 5 gennaio 2019, la galleria venne riaperta due giorni dopo, il 7 gennaio 2019. Dopo soli 24 giorni, il 1° febbraio 2019, alle ore 15.00 circa, a traffico aperto, dalla volta si verificarono pericolosissimi distacchi ed abbondanti cadute di calcinacci. Fortunatamente non vi furono ne vittime ne feriti. La caduta dei calcinacci si verificò in seguito ad una vistosa fessurazione prodottasi nella calotta.
La galleria venne nuovamente interdetta ai flussi veicolari per ulteriori 40 giorni ed in seguito riaperta il 4 aprile 2019. Da quella data, dopo ulteriori e prolungate chiusure, la volta non ancora è stata riconfigurata. A partire dal 27 novembre 2018, sono stati posti in sicurezza appena 420 metri di galleria. L’ ultimazione dei restanti 953 metri, al costo di 9.000-9.200 euro al metro lineare, appare ancora molto lontana. Indubbiamente 420 metri di galleria messi in sicurezza in oltre 6 anni sono davvero pochi. L’infrastruttura attualmente trabocca di acqua lungo le pareti interne. L’acqua filtra dalla volta del tunnel ed ha nuovamente invaso l’intera carreggiata, ristretta ai due ingressi, idirezione Foggia e Campobasso, a causa dei lavori. In realtà le infliltrazioni di acqua sono ineliminabili. L’acqua proviene dalla montagna sovrastante. Non si può scavare la montagna per eliminare totalmente le infiltrazioni. Nel 2016 i responsabili ANAS riconobbero ed avallarono tutte le criticità alle quali oggi stanno ponendo rimedio. Erano esattamente le stesse criticità presenti all’interno del tunnel nel 2008-2009. Perchè allora in quegli anni essi non si attivarono? Forse perché essi già sapevano che la “Passo del Lupo”, sotto certi aspetti, continuerà ad essere soggetta anche in futuro alle infiltrazioni di acqua? E allora perchè non propongono direttamente di realizzare una nuova e moderna galleria?. Soltanto la realizzazione di una nuova galleria a questo punto potrebbe risolvere la questione.
Il viadotto “Montauro”, sito lungo la SS17 Var, Foggia-L’ Aquila, subito dopo l’uscita dalla galleria “Passo del Lupo” in direzione Campobasso, è interessato da interventi di manutenzione a causa di alcune fessurazioni riscontrate alle strutture portanti. Da tempo si attende anche la realizzazione di un nuovo tronco stradale in Molise. Lungo il collegamento stradale Foggia-Campobasso, sulla SS645-Regione Molise, persiste da oltre 60 anni un movimento franoso nell’agro del comune di Pietracatella, (Campobasso). Per bypassare il tratto viario ammalorato a causa del “famoso” dissesto, nella vallata prospicente la frana si dovrebbe realizzare un nuovo segmento viario della lunghezza di circa 2,5 chilometri che in seguito dovrebbe ricongiungersi con la SS17 Var. Costo dell’opera 25 milioni di euro.