di Giuseppe Zingarelli
Papa Giovanni Paolo II nel discorso del 23 maggio 1987 a San Giovanni Rotondo, ha indicato Padre Pio da Pietrelcina come modello di vita cristiana e di vita sacerdotale per tutti i sacerdoti e i religiosi del mondo, specie per il servizio di carità verso i fratelli. La carità e la salvezza delle anime fu il centro della missione terrena del santo del Gargano. Basti ricordare che Padre Pio ebbe l’idea di realizzare la sua opera di carità, la Casa Sollievo della Sofferenza, sin dal gennaio 1940, ma, per la guerra dichiarata nello stesso anno dell’Italia, il 10 giugno 1940, non si potette far nulla. In quella data l’ Italia fascista di Benito Mussolini entrava in guerra al fianco della Germania nazista di Adolf Hitler. Consolidando il Patto d Acciaio e irrobustendo l’Asse, Roma-Berlino. Quando la Seconda Guerra Mondiale terminò, i collaboratori di Padre Padre Pio, con la sua benedizione, ripresero l idea e con manifestini divulgarono la notizia. Fu costruita la Spa ‘Casa Sollievo della Sofferenza’ per distinguere l’Opera da altri Enti, ma per prudenza non fu indicato il nome di Padre Pio. Don Peppino Orlando, sacerdote ed amico fraterno del frate di Pietrelcina era continuamente sollecitato ad iniziare i lavori di sbancamento della montagna. Don Orlando ricordava che il futuro santo, con gomitate, lo incalzava dicendo: “Hai capito che che tu devi iniziare i lavori?”. Molte avversità si frapposero alla realizzazione dell’opera di carità fortemente voluta da Padre Pio. Spesso, il Padre fondatore dovette soffrire per portare a termine l’ospedale e dovette superare moltissime difficoltà. Sia ben chiaro. La “Casa Sollievo della Sofferenza” venne edificata al cospetto di situazioni difficili, complesse, disagevoli, talvolta al limite dell’impossibile. Con la continua benedizione della Provvidenza l’ospedale di Padre Pio proseguiva il suo cammino. La preghiera del santo ha accompagnato costantemente ed incessantemente, mattone su mattone, la costruzione di uno dei plessi sanitari più conosciuti al mondo, in quanto la preghiera è stata la vita stessa di Padre Pio. E per vita dobbiamo intendere tutto ciò che è vita, in senso fisico, spirituale, morale ed ascetico. All’inaugurazione di Casa Sollievo della Sofferenza, il 5 maggio 1956, fu presente il Cardinal Lercaro, amico di Padre Pio. Papa Pio XII volle ricevere, qualche giorno dopo, il gruppo di luminari della scienza medica in campo cardiologico e tenne loro un bellissimo discorso che ribadiva le finalità al servizio dei malati nel nuovo ospedale appena inaugurato. Dai primi 300 posti letto, Padre Pio volle portare il suo ospedale a 600 posti letto, indicando sin dal primo anniversario che bisognava giungere all’Istituto scientifico. Dal 16 luglio 1991 l’Opera ha ottenuto il riconoscimento di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico ed oggi, con 900 posti letto, l’Ospedale di Padre Pio si propone come una struttura qualificata al servizio dei malati di tutto il Meridione d’Italia. Al termine della sua missione terrena, il 23 settembre 1968, alcuni pensarono che Casa Sollievo della Sofferenza non avrebbe resistito nel tempo. Costoro, evidentemente, molti ad onor del vero, probabilmente non ricordano le parole pronunciate da Padre Pio: “La Casa Sollievo della Sofferenza non è opera mia, ma è opera della Provvidenza, e le Opere di Dio sfidano i secoli!”.
Uno dei maggiori collaboratori di Padre Pio nella realizzazione dell’ospedale sito nel cuore del Gargano fu il dottor Guglielmo Sanguinetti. Pochi mesi dopo il loro matrimonio, la moglie del medico parmense, Emilia Spillmann, un giorno, mentre era a casa dei suoceri, casualmente vide un giornale su cui era stato pubblicato un articolo sul frate di Pietrelcina. Dopo averlo letto ne fu colpita, ma la cosa si fermò lì. Trascorso un certo periodo di tempo, la marchesa Maria Teresa Pacielli, moglie del marchese Pietro Gerini, di Barberino di Mugello, parente del nunzio apostolico in Germania, l’arcivescovo Eugenio Pacielli, futuro Papa Pio XII, si recò a San Giovanni Rotondo in visita allo “stigmatizzato” e di ritorno dal paesino garganico, portò alla moglie del medico mugellano i saluti di Padre Pio, la sua benedizione e una piccola immaginetta ritraente Gesù nell’Orto del Getsemani. Da quel giorno, Emilia Spillmann, in modo sempre più insistente, chiese al marito di accompagnarla a San Giovanni Rotondo. La signora Emilia voleva conoscere il santo. Negli anni ’30 il sindaco di Borgo San Lorenzo era il cavalier Giovanni Bandini. La sorella del sindaco, Elena Bandini, Terziaria francescana, era in corrispondenza epistolare con Padre Pio fin dal 1921 e, nella sua camera da letto, aveva posto un ritratto di Padre Pio, il quale era suo direttore spirituale. In seguito la signora Elena non stette bene in salute ed ebbe bisogno di cure mediche. Il suo medico era il dottor Sanguinetti, il quale, visitando la paziente spesso incrociava il suo sguardo con il ritratto di Padre Pio che ella aveva in camera, e ciò gli provocava una certa soggezione. Fu così che Padre Pio “chiamò” i coniugi Sanguinetti a San Giovanni Rotondo. Il medico condotto di Borgo San Lorenzo, anticlericale, inizialmente non fu affatto entusiasta di esaudire le pressanti richieste della moglie di recarsi a San Giovanni Rotondo, tuttavia accettò di accompagnarla da Padre Pio soltanto per accontentarla. Il resto è storia. Sanguinetti dopo l’incontro con il religioso tornò a Borgo San Lorenzo completamente trasformato nello spirito. Quel viaggio a San Giovanni Rotondo gli cambiò la vita. Per sempre. Qualche tempo dopo si trasferì definitivamente nel paesino garganico. Il dottor Sanguinetti divenne il più stretto collaboratori di Padre Pio nel suo progetto di costruzione dell’ospedale. Al punto da essere definito il “braccio destro” del santo fin dalla prima picconata ‘inferta’ nel terreno adiacente il convento, era il 16 aprile 1947, fino alla apertura dell’allora Poliambulatorio, il 25 luglio 1954. La progettazione della struttura, per volontà dello “stigmatizzato”, fu affidata all’architetto Sirio Giametta, nativo di Frattamaggiore, il quale firmò tutte le 40 tavole che compongono l’elaborato. Il 28 febbraio scorso, nella rinnovata sala multimediale dell’infopoint, sita di fronte al piazzale del convento di Santa Maria delle Grazie, si è tenuto un incontro organizzato dal “Rotary Club” del centro garganico che ha presentato il libro del giornalista Stefano Campanella, dal titolo “Il medico con le scarpe rotte”. Dedicato al dottor Guglielmo Sanguinetti, il testo rivela particolari inediti del medico mugellano, il quale fu il braccio destro di Padre Pio nella costruzione di uno degli ospedali più conosciuti al mondo: Casa Sollievo della Sofferenza. L’incontro è stato presentato dall’avvocato Rossella Fini, e ha registrato la partecipazione di illustri ospiti, tra i quali, l’autore del testo, il dottor Stefano Campanella, Direttore di Padre Pio Tv; il dottor Giulio Siena, giornalista e moderatore dell’incontro, Padre Luciano Lotti, Segretario Generale dei Gruppi di Preghiera; in un video preregistrato il dottor Pietro Belli,
Governatore della Toscana del Distretto 2071 per l’anno 2024-2025; il dottor Lino Pignataro, Governatore del Distretto 2120 Puglia-Basilicata; il vicesindaco di San Giovanni Rotondo, dottor Michele Longo.