di Giuseppe Zingarelli
Dibattito a Foggia. L’abbandono illecito dei rifiuti nelle zone rurali è un fenomeno preoccupante. Le ecomafie intensificano i volumi dei loro “business” attraverso i reati ambientali. La società civile è chiamata a mobilitarsi. I rischi per la salute pubblica e per l’ambiente sono aumentati. Intervenuti al forum, Monsignor Giorgio Ferretti, Arcivescovo Metropolita della Diocesi Foggia-Bovino, il dottor Antonio Marfella, Presidente Associazione Medici per l’Ambiente -ISDE, Napoli, il dottor Enrico Fontana, Responsabile Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente, il dottor Maurizio di Bisceglie, Responsabile SSVD di Oncologia Medica Integrata del Policlinico di Foggia, sede di Lucera, l’avvocato Massimo Fragassi, Responsabile Ufficio Legislativo CIA- Agricoltori italiani di Puglia. Presenti in sala anche Monsignor Franco Moscone, Arcivescovo della Diocesi Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, il sacerdote don Guglielmo Fichera, parroco della Chiesa di San Giuseppe Lavoratore, in Borgo Cervaro, il professor Nunzio Angiola e il dottor Francesco Strippoli, Consiglieri Comune di Foggia, il dottor Francesco Bacchelli, Presidente di Fare Ambiente. In sala anche rappresentanti delle Forze dell’Ordine e della Polizia locale del capoluogo dauno. Ha moderato il dibattito il dottor Filippo Santigliano, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno.
L’Arcivescovo di Foggia, Monsignor Ferretti, è stato perentorio nel suo intervento: “Viviamo un’epoca di palese agonia sociale e di intenso appannamento della coscienza collettiva. Molti si disinteressano dell’ambiente e non lo rispettano più. Si abbandonano rifiuti di ogni tipo nelle aree rurali. Ci stiamo smarrendo. Siamo al cospetto di problematiche che suscitano palese preoccupazione. Emergenze climatiche, anomalo innalzamento delle temperature, emergenze idriche, siccità, consumo eccessivo delle risorse del pianeta, eccessivo inquinamento della terra, dell’aria e dell’acqua. I rifiuti scaricati diffusamente ed illegalmente dai cittadini e dalle mafie nelle campagne circostanti il nostro territorio destano allarme e sconcerto. Nel Mar Mediterraneo ci sono 115mila pezzi di plastica galleggiante ogni chilometro quadrato, ciò significa 290 miliardi di pezzetti di plastica per ogni 15 centimetri di acqua. Stiamo offendendo non solo Dio, autore della Creazione, ma stiamo uccidendo anche il creato. Ci stiamo suicidando!”.
Il professor Antonio Marfella ha ribadito la necessità di approfondire il problema dello smaltimento illecito dei rifiuti, in quanto ciò consente di definire e contrastare con maggiore efficacia l’entità del fenomeno. I mezzi ci sono. Occorre evitare che un marchio terribile, ‘terra dei fuochi’, possa essere affibbiato alla provincia di Foggia: “Il problema tocca tutti da vicino. Dobbiamo chiederci perchè il fenomeno si sta incentivando a Foggia. Perchè qui e non altrove? Terra dei fuochi è un termine inappropriato in quanto definisce in generale non un luogo bensì un fenomeno industriale. Il problema dello smaltimento illecito dei rifiuti, il problema delle ecomafie è preoccupante, ancor più se pensiamo che ultimamente si è esteso anche al Molise e al suo capoluogo, Campobasso, stando alle indagini, il territorio molisano sarebbe collegato alle organizzazioni malavitose ed alle ecomafie operanti nel territorio foggiano. La Campania e Napoli, al sud, sono al primo posto. Foggia è al secondo, ma i reati ambientali sono in fortissimo aumento in tutta Italia. Occorre reagire con forza e determinazione per contrastare l’avanzata del preoccupante fenomeno. È un dovere della società civile”.
Il dottor Enrico Fontana ha espresso viva preoccupazione per quanto sta verificandosi in Capitanata: “Ciò che sta accadendo nella provincia di Foggia deve preoccupare non soltanto il Meridione del nostro Paese, ma l’Italia intera. L’ Italia intera deve temere quello che sta accadendo qui a Foggia. Non finirò mai di ringraziare le Forze dell’Ordine intervenute per il lavoro svolto sul campo, tuttavia, per fronteggiare il fenomeno dei rifiuti smaltiti illecitamente dalle ecomafie locali, occorre la partecipazione di tutti. Bisogna fare gioco di squadra. Dobbiamo tutti insieme stipulare una nuova alleanza. Non possiamo né sottovalutare né generalizzare il fenomeno. Sarebbe un errore imperdonabile. Inutile nasconderlo, sono estremamente preoccupato, in quando l’aggressione criminale alla Capitanata sta provocando seri danni al territorio e alla salute dei cittadini. Le Mafie avanzano, crescono e prosperano. Fanno affari con i rifiuti. Occorre rafforzare i controlli. I dati sono impietosi. Il fenomeno criminale si diffonde a macchia d’olio. I dati, aggiornatissimi, pongono al primo posto Avellino, poi Napoli, Roma, poi Foggia, città che ha compiuto un prepotente balzo in avanti nella hit-parade di questa allarmante classifica, poi Caserta, Vibo Valentia, Bari, Salerno, Crotone e infine Chieti. Il fenomeno, di recente, si è esteso anche al Molise ed a Campobasso. Lo confermano le indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Campobasso. Dal 2006 al 2024 numerose sono state le inchieste sui traffici illeciti di rifiuti che hanno coinvolto la provincia di Foggia. Pensate, sono state sequestrate circa 618mila tonnellate di rifiuti, pari a circa 24.726 tir in coda per 336 chilometri. Sapete a quanto equivale? Alla distanza tra Foggia e Latina. Tutto questo ci dice che occorre una nuova alleanza per difendere la nostra salute. Non abbiamo altre strade da percorrere”.
Il dottor Maurizio Di Bisceglie, oncologo, si è detto allarmato al cospetto del fenomeno: “Il mondo, nel 2023 ha prodotto 2,3 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. In Italia, nel corso dello stesso anno, la produzione complessiva di rifiuti urbani è stata di circa 30 milioni di tonnellate. La nostra salute è a rischio. Il problema fondamentale e la rigorosa tracciabilità dei rifiuti speciali e dei rifiuti industriali. Pensiamo al pericolo che destano sostanze come l’amianto, il mercurio, il cadmio, l’alluminio, sostanze pericolosissime per la salute umana. L’amianto, ad esempio, è estremamente dannoso per la nostra salute. Ci sono voluti 40 anni per bandirlo, ma prima del 1992, anno in cui fu dichiarato illegale, è stato fatto un uso smodato di questa sostanza in moltissime produzioni industriali. Com’è pericoloso per la nostra salute anche l’inquinamento elettromagnetico. Non dobbiamo meravigliarci se, purtroppo, i tumori polmonari, del colon retto e del tratto urogenitale sono triplicati!”. I numeri dell’illegalità sono impietosi. La Campania è in testa alla classifica, seguita da Puglia, Calabria e Sicilia. Anche la Sardegna registra una crescita esponenziale del fenomeno. La Lombardia si conferma la prima regione del nord con 566 contro l’ambiente. Dati shock per le città. Napoli deteneva il primato, oggi è stata superata da Avellino. Molte le Procure impegnate sul fronte dei rifiuti illecitamente abbandonati nelle zone agricole e rurali del Paese. Nelle 57 inchieste pugliesi sono state sequestrate oltre sei milioni di tonnellate di rifiuti. Le ordinanze di custodia cautelare emesse sono state 269, le persone denunciate 754, le aziende coinvolte 122. L’avvocato Massimo Fragassi ha illustrato dettagliatamente nel suo intervento gli iter e le procedure-guida previste dalla Legge per lo smaltimento dei rifiuti, rimarcando l’inerzia e l’evidente impreparazione dell’operato di tre Amministrazioni Comunali, Foggia, Stornarella e Cerignola, nel fronteggiare la “dolorosa” emergenza socio-territoriale della dispersione illecita dei rifiuti.
Anche l’Arcivescovo Franco Moscone, ha ribadito la necessità di sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica: “Dobbiamo prendere atto di questi dati. Sono dati che incutono timore. Fotografano perfettamente la realtà del nostro tempo. Un’epoca percorsa dall’egoismo, dalla insensibilità, dal poco rispetto verso la natura, il creato e verso il Creatore. Mi chiedo come mai tir pieni di tonnellate di rifiuti possano aver attraversato il territorio della Capitanata e nessuno li ha notati, nessuno li ha fermati. Assurdo. A Manfredonia i casi di tumori sono esponenzialmente aumentati!”.
Il professor Nunzio Angiola, Consigliere al Comune di Foggia: “Noto in sala un’assenza che non può passare inosservata, un’assenza importante. L’assenza della politica foggiana. Molti Consiglieri del Comune di Foggia, pur invitati, non si sono presentati. Le ragioni? Disinteresse, trascuratezza, incompetenza. Il problema dei rifiuti è gravissimo. Allarmante. In Capitanata mancano forze di Polizia e forze armate. Per presidiare il territorio dobbiamo ricorrere all’uso della tecnologia. I droni. 20 droni possono presidiare interamente il territorio di Capitanata. Con un costo annuale di 10 euro ad ettaro, stanziando 150mila euro, si potranno monitorare 15 ettari al giorno. Cosi agendo i criminali e le ecomafie staebbero smascherati”.
Don Guglielmo Fichera, sacerdote e parroco della Chiesa di San Giuseppe, a Borgo Cervaro: “Dai dati forniti dagli stessi relatori del convegno in merito agli scarichi illeciti ed abusivi dei rifiuti nelle campagne di Capitanata, due in terreni di Borgo Cervaro, si evince che noi siamo già terra dei fuochi. Per cui è necessario ed urgente l’intervento degli amministratori che hanno competenze e responsabilità territoriale locale, per ovviare presto all’inerzia e alle inadempienze nei procedimenti amministrativi della rimozione dei rifiuti illegali. La situazione a Borgo Cervaro è grave. Ho avuto un incontro con due assessori nel salone della mia parrocchia, l’assessore ai Lavori Pubblici, Francesco Galasso, e l’assessore Lorenzo Frattarolo, addetto alla borgata, nonchè con il Consigliere della Regione Puglia, Sergio Clemente. Sono passati circa 12 mesi da quell’incontro ma ad oggi non mi è pervenuta nessuna risposta, ne a me, ne agli abitanti di Borgo Cervaro, i quali sono rimasti assai delusi e sconfortati. Peraltro a Borgo Cervaro mancano anche i collegamenti fognari, gli allacci alla rete idrica dell’acquedotto che dista 250 metri, e non è stato fatto il rifacimento del manto stradale riguardante la strada comunale numero 17 e numero 21. Siamo in una situazione di estremo abbandono. Si mettano da parte le dispute politiche e si intervenga per risolvere i problemi che minano la decorosa esistenza dei cittadini”.
Il territorio della provincia di Foggia è da anni minacciato dal fenomeno criminale dell’abbandono dei rifiuti illeciti nelle aree rurali. Con specifico riferimento ai dati di natura penale, dal 2002 al 31 dicenbre 2024, sono state ben 12 le inchiestre giudiziarie per attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, spesso di provenienza extraregionale, che hanno coinvolto 18 aziende private e condotto al sequestro giudiziale di oltre 618mila tonnellate di rifiuti. Per quanto concerne il solo 2023, la provincia di Foggia si attesta ai primissimi posti della classifica nazionale per reati accertati nel ciclo dei rifiuti con una crescita stimata del 19,2% rispetto al 2022 (Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente). Al fenomeno mafio-criminale dello sversamento dei rifiuti nelle campagne corrisponde spesso l’ingiustificata inerzia dei Comuni nell’attivazione dei procedimenti amministrativi di rimozione e smaltimento, talchè quei cumuli permangono per anni sul terreno con gli inevitabili rischi per la Salute Pubblica e per l’Ambiente. L’aumento allarmante del fenomeno criminale dell’abbandono illecito dei rifiuti nelle aree agricole e rurali, lo stoccaggio abusivo di ecoballe e la diffusa pratica degli incendi per il loro smaltimento indotta dalla predetta inerzia amministrativa, costituiscono una delle più gravi emergenze ambientali e sanitarie nazionali, in quanto gli incendi illegali generano emissioni di sostanze altamente tossiche, come diossine, plastiche speciali e metalli pesanti, compromettendo la qualità dell’aria e la salute della popolazione, aumentando, esponenzialmente il rischio di incendi boschivi e danneggiando in modo irreversibile la biodiversità e le aree protette. L’ inquinamento del suolo, causato dalla massiccia dispersione di sostanze chimiche e microplastiche, rappresenta una palese e diretta minaccia per la sicurezza alimentare e la qualità delle colture agricole della Capitanata. Altrettanto evidente è l’ inquinamento delle acque superficiali e sotterranee che compromette la disponibilità di risorse idriche pulite, con ripercussioni sull’ agricoltura, sugli ecosistemi naturali e sulla salute pubblica. In questa ottica, considerando che l’abbandono e la combustione illecita dei rifiuti sono reati ambientali che minacciano direttamente la salute umana ed incrementano le patologie respiratorie, cardiovascolari e tumorali nelle comunità esposte, e che gli attuali sistemi di monitoraggio e controllo risultano spesso insufficienti a prevenire e contrastare efficacemente il fenomeno, i relatori della conferenza di “Palazzo Dogana”, hanno evidenziato alle istituzioni locali, regionali e nazionali, di coordinarsi per attuare una urgente azione di prevenzione, contrasto e repressione del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, attraverso un rafforzamento della sorveglianza ambientale e l’impiego delle tecnologie avanzate (droni, fototrappole, satelliti), per il monitoraggio del territorio. Rimarcando al contempo, la prioritaria necessità di attuare un piano di bonifica e di ripristino ambientale delle aree già compromesse, con particolare attenzione ai siti contaminati da rifiuti plastici pericolosi. Al fine di tutelare la salute pubblica e preservare le risorse naturali, i relatori hanno proposto anche in Capitanata di istituire lun sito di interesse nazionale da bonificare, come già avvenuto per gli stessi gravi fenomeni, tra le province di Napoli e Caserta. Importantissima è la promozione di campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte a cittadini, imprese ed enti locali, al fine di incentivare la corretta gestione dei rifiuti e il contrasto delle pratiche illegali. Altrettanto interessante è stata la proposta dei relatori avanzata ai Comuni della provincia di Foggia, all’Ente Provincia di Foggia ed alla Regione Puglia, di istituire Consulte della Salute Pubblica e registri in cui figurino i terreni comunali e provinciali aggrediti dallo sversamento dei rifiuti che potrebbero contaminare i terreni stessi e le falde acquifere sottostanti. L’Ente Provincia di Foggia dovrebbe istituire la figura del “Difensore Civico territoriale”, al quale i proprietari dei fondi ove i rifiuti sono abbandonati possano rivolgersi in caso di inerzia o di inadempienze dei Comuni nell’attivazione dei procedimenti amministrativi di rimozione e smaltimento dei rifiuti. In forza del principio di sussidiarietà verticale, e della “ratio legis” correlata, anche la Regione Puglia dovrebbe istituire un fondo economico ‘ad hoc’ in cui i Comuni tenuti per Legge alle spese per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti illecitamente abbandonati su fondi privati di proprietari incolpevoli, possano attingere per finanziare le operazioni all’uopo necessarie.