Non sempre il proprio paese, a causa di politiche smisurate, poco funzionali al territorio in cui si nasce e in cui si vorrebbe continuare a vivere, è benevolo con i giovani che si vedono sempre più costretti a migrare verso lidi più appetibili e meno ostili. Bojano, paese dal passato glorioso, non è indenne anzi, manifesta più di ogni altra realtà molisana, l’oblio e lo spauracchio mortale dello spopolamento. Opere incompiute, sciatteria sistemica nell’interpretare la logica della bellezza, mancanza di punti di aggregazione quali cinema, palazzetti, circoli culturali, questa la magra realtà che ha cancellato secoli di storia. Se non ci fossero le scuole sarebbe davvero la fine di un sogno che si è spento ormai da decenni con la chiusura di due fabbriche indispensabili per la tenuta della cittadina, una volta capitale del Sannio, sede vescovile, patria dello sport, dalla pallavolo, alla pallacanestro passando per il tennis tavolo, l’automobilismo, il tennis, il calcio e non per ultimo, il fiore all’occhiello dell’Atletica mondiale. La piazza, la bella e unica piazza atta all’aggregazione dell’intera cittadina, un tempo pullulava di passeggio, di frenetica e gioviale allegria di genti che nell’affollare il centro condizionavano positivamente economia, cultura, vita sociale. Oggi neanche più i ricordi riescono più a riempire le voragini lasciate dal tempo e mai riparate da chi di dovere. Neanche le decine di bar, una volta tempi aggregativi all’atto delle innumerevoli partite di calcio trasmesse in tv, fungono più da attrattori. Chiudono negozi, attività di ogni genere, banche e persino i rubinetti dell’acqua da bere. Ma come ogni catastrofe, un piccolo barlume di luce resta comunque acceso nella speranza che prima o poi qualcosa accada per tuonare il ritorno alla riscossa. Proprio per questo oggi vogliamo parlarvi di un piccolo imprenditore che dal proprio territorio prende il meglio e lo offre ai suoi clienti trasformando le erbe officinali in prodotti quali amari, tisane e gustosi bomboms. Italo Risi, giovane appassionato di paesaggio e di piante spontanee del Matese, sale in cattedra e grazie alla sua costante e laboriosa ricerca, una presenza alle Fiere di settore, alla collaborazione con il Consorzio di Rete CiBiMolisani, si è costruito una reputazione che ha travalicato di confini regionali sino a permetterli di essere attenzionato dalla trasmissione “L’ora Solare” condotta sulle reti di TV2000, dalla bravissima Paola Salluzzi. Vestito di tutto punto, il giovane Italo ha mostrato tutta la sua professionale freschezza nel raccontarsi e raccontare il percorso che lo ha reso forte della sua restanza in una terra biodiversa, che riesce persino a far la guerra alle nuove generazioni e/o si ostina a non interpretare al meglio la sua vocazione di forte attrattore ambientale. Anche l’Istituzione del Parco Nazionale del Matese, invece di essere da sprono, diventa una logica dello scontro e mina ancor più la ripresa di un territorio che potrebbe costituire esempi virtuosi com’è quello che il giovane Italo ha saputo interpretare regalandosi una fetta di sana notorietà e costruirsi un futuro da restante. Bojano può essere un esempio e nella speranza che la politica non sia solo quella delle futili interpellanze, che spesso fuggono dalla realtà e minacciano anche il lavoro di giovani, come Italo, che sperano in un futuro migliore, si torni al dialogo e si cancelli lo scettro dell’autoreferenzialità.
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