A tre anni dall’avvio del PNRR e a 15 mesi dalla scadenza, lo scenario dello stato di attuazione della Missione Salute (M6) è allarmante, con troppi progetti che procedono a rilento, con ritardi nell’esecuzione dei lavori o ancora fermi alla fase di progettazione.
A sostenerlo sono Carmine Ranieri, Segretario Generale CGIL ABRUZZO MOLISE, e Paolo De Socio, Segretario Generale CdLT CGIL MOLISE, che questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa.
“L’ambiziosa sfida del PNRR di costruire una sanità territoriale in grado di alleggerire pronto soccorso e liste d’attesa, e allo stesso tempo prendersi cura dei pazienti a partire dalle loro condizioni sociali, sembra al di là delle capacità di chi gestisce questa Regione. In questo caso le responsabilità possono essere divise tra governo regionale e lo spropositato commissariamento che, senza effetti tangibili, dura ormai da 15 anni ma il disastroso risultato finale non cambia.
I ritardi rendono concreto il rischio di non conseguire gli obiettivi strategici entro giugno 2026. Questo emerge da un’analisi del Report sullo stato di attuazione della Missione Salute a cura dell’Area Stato Sociale e Diritti della CGIL, stilato elaborando i dati della piattaforma di monitoraggio ReGiS predisposta dal MEF.
In Molise, i finanziamenti destinati al potenziamento della sanità territoriale e ospedaliera ammontano a 98,3 milioni di euro. Nonostante la disponibilità dei finanziamenti, l’avanzamento della spesa rimane limitato. Sono stati spesi finora 9,3 milioni di euro, pari al 9,5% dei fondi disponibili, un valore inferiore alla media nazionale, che si attesta al 18,1%.
La situazione in Molise appare critica, con diversi progetti che mostrano difficoltà nell’attuazione. Rispetto al dato nazionale, che segnala il 40,8% dei progetti in ritardo, in Molise la percentuale risulta ancora più alta, soprattutto per quanto riguarda le strutture sanitarie territoriali, tra cui le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità, strutture strategiche per l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale.
Per quanto riguarda le Case della Comunità, da ReGIS risultano finanziati progetti per 13 strutture, per un valore complessivo di 15,5 milioni di euro. A dicembre 2024 risultano effettuati pagamenti per soli 255 mila euro: dopo tre anni dall’avvio del PNRR, è stato speso l’1,6% dei fondi disponibili. Dei progetti monitorati, nessuno risulta completato e collaudato, mentre tutti i progetti presentano almeno uno step in ritardo (a fronte di una media nazionale del 62,6% dei progetti totali).
Lo stato di avanzamento può essere analizzato osservando le diverse fasi di realizzazione: programmazione, progettazione, affidamento, esecuzione e conclusione. Allarmante la distanza proibitiva dal traguardo del collaudo per tutti i progetti, ancora fermi alla fase della progettazione esecutiva, step che di fatto impedisce l’avvio dei cantieri. Ne conseguono ritardi anche per la fase esecutiva delle opere, con tutte le strutture che presentano ritardi nell’avvio dell’esecuzione dei lavori.
Non meno critica la situazione degli Ospedali di Comunità, le strutture sanitarie a prevalente gestione infermieristica, fondamentali per garantire le cure intermedie e la continuità assistenziale nel passaggio dall’ospedale al ritorno a casa dei pazienti. Sono stati finanziati progetti per 2 strutture, per un valore complessivo di 6,7 milioni di euro, dei quali nessuno risulta completato e collaudato, ed entrambi presentano almeno una fase in ritardo (a fronte di una media nazionale del 61,8%).
La fase dell’esecuzione dei lavori non risulta completata per nessuno dei 2 Ospedali di Comunità con ritardi nell’avvio dei lavori per entrambi.
Così come per le Case della Comunità preoccupano i ritardi nella fase della progettazione esecutiva in cui sono ferme entrambi le strutture da realizzare. Inoltre, a fronte di un finanziamento complessivo di 6,7 milioni di euro, a dicembre 2024 risultavano essere stati effettuati pagamenti per 115 mila euro (pari al 1,7% dei fondi).
In questo scenario è davvero difficile credere che la Regione Molise possa immaginare di riuscire a terminare tutti i lavori per collaudare le strutture entro giugno 2026, data prevista per la scadenza definitiva.
Inoltre resta il nodo del personale: non basta costruire strutture se non si mettono nelle condizioni di essere operative ed efficienti.
Il Molise, con 13 Case della Comunità e 2 Ospedali di Comunità finanziati, necessiterebbe di un numero compreso tra 91 e 143 infermieri, 13 assistenti sociali e un numero di operatori sociosanitari tra 65 e 104.
Quanti ricoveri impropri si potrebbero evitare garantendo la presa in carico da parte di un’adeguata rete di assistenza territoriale? Quanta pressione negli ospedali, a partire dagli accessi impropri nei pronto soccorso, si potrebbe evitare?
Per rendere effettivo il diritto alla tutela della salute occorre adeguare l’offerta di assistenza ai bisogni della popolazione con un forte investimento nel territorio, superando divari e diseguaglianze tra le diverse aree del Paese.
Invece in Molise i fondi disponibili del PNRR restano bloccati a causa della incapacità degli amministratori a spendere bene e presto le risorse mentre i cittadini sono costretti a dover subire una tassazione altissima attraverso le addizionali IRPEF regionali che sono le più alte tra le regioni italiane.
La nostra mobilitazione per rafforzare e rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale non potrà prescindere da una “Vertenza Regionale PNRR” per evitare che anche questa sia un’ occasione persa per il Molise.”
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