«Il servizio andato in onda su Presa Diretta ha avuto il merito di riportare al centro dell’attenzione nazionale un tema che il Movimento 5 Stelle, in Regione e in Parlamento, solleva da mesi senza ottenere risposte all’altezza: il futuro dello stabilimento Stellantis di Termoli e della Gigafactory promossa nel 2021 come simbolo della transizione elettrica italiana ed europea».
A dichiararlo è Roberto Gravina, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e coordinatore nazionale del Comitato Enti Locali, che da tempo denuncia la mancanza di una strategia chiara per lo stabilimento molisano.
«Dal 2019 ad oggi lo stabilimento di Termoli ha già perso oltre 600 posti di lavoro. Senza un piano credibile di riconversione industriale, come quello inizialmente legato alla Gigafactory, il rischio concreto è che si arrivi, già nel 2025, a ulteriori esuberi e nuove ore di cassa integrazione», come i sindacati hanno più volte denunciato.
La Gigafactory a Termoli avrebbe dovuto rappresentare un volano per l’industria italiana: un investimento da 2 miliardi di euro da parte della joint venture ACC (Stellantis, Mercedes e TotalEnergies), integrato da 400 milioni di fondi pubblici attraverso il PNRR, con la prospettiva di occupare fino a 1800 lavoratori e produrre batterie per quasi un milione di veicoli elettrici all’anno. Oggi, però, tutto è fermo. Il governo ha revocato i fondi PNRR destinati al progetto, senza mai spiegare con quali risorse intenda sostituirli.
«In Francia, nell’unica Gigafactory europea di ACC, lo stato è intervenuto con 1 miliardo e 400 milioni di investimento diretto. In Spagna Stellantis ha già avviato un progetto alternativo alla Gigafactory di Termoli, beneficiando di un costo dell’energia molto più basso e di un governo che anche lì ha saputo intervenire in maniera diretta e mirata. In Italia, invece, regna l’attendismo e per Termoli la decantata filiera istituzionale di centrodestra è chiaro che non ha smosso di una virgola né il ministro Urso né il governo», sottolinea Gravina.
Il consigliere regionale evidenzia anche la fragilità del modello attuale. «Continuare a ignorare l’urgenza della transizione significa condannare l’automotive italiano a un declino annunciato». Non è più tempo di rincorrere soluzioni tampone o differimenti, ma di costruire politiche industriali all’altezza delle trasformazioni in corso. La mobilità elettrica è parte di un processo più ampio di innovazione che altri Paesi, come la Cina, hanno già cominciato a governare da oltre un decennio.
«Chiediamo al Governo Meloni, e lo faremo anche attraverso un atto in Parlamento, di chiarire una volta per tutte se ha intenzione di sostenere il progetto Gigafactory a Termoli anche attraverso un improcrastinabile investimento pubblico di compartecipazione societaria», dice Gravina. «Alla Regione, invece, chiediamo di avviare un contatto diretto con Sorgenia, che ha la propria centrale nel nucleo industriale di Termoli, per sostenere, con specifica misura, una quantità di energia dedicata e ad un prezzo calmierato con diretto sostegno pubblico. Serve, insomma, un piano industriale definito, investimenti concreti in ricerca, innovazione, abbattimento dei costi energetici. Non si può continuare a dare spazio a dichiarazioni interlocutorie mentre si lasciano lavoratori e territori nel vuoto».
Infine, un passaggio sull’impatto più ampio della crisi. «Senza un’azione pubblica decisa, non solo rischiamo di perdere uno degli asset produttivi più strategici, ma andremo ad acuire ulteriormente la crisi economica, sociale e demografica del Molise». Da giugno 2024, quando è emerso per la prima volta il blocco del progetto, il Movimento 5 Stelle continua a chiedere trasparenza, impegni concreti e una visione. «È ora che anche il resto della politica inizi a farlo», conclude Gravina.
“Ciarlatani”, Silvio Orlando chiude la stagione degli spettacoli al Teatro Savoia
SILVIO ORLANDO in CIARLATANI di Pablo Remón traduzione italiana di Davide Carnevali da Los Farsantes e con (in o.a.) Francesca...
Leggi tutto