Due ore di puro spettacolo nell’area concerti allestita nel parcheggio di Selvapiana. Mario Biondi, soprannominato il Barry White italiano grazie al suo inconfondibile timbro e al suo stile musicale, ha coinvolto per tutta la serata il pubblico giunto da Campobasso e tanti altri comuni della regione, ed è riuscito – almeno finché ha potuto – a scaldarlo con le sue canzoni mentre le temperature, com’è noto in quella zona periferica della città, continuavano ad abbassarsi. Biondi non ha solo cantato. Si è rivelato uno showman da applausi, parlando con i circa duemila presenti seduti davanti al palco, raccontando storie e creando un’empatia con questa terra.
Citando, ad esempio, Fred Bongusto, al quale Campobasso ha dato i natali e con cui Biondi ha avuto il piacere di lavorare, come spiegato da lui stesso, facendogli da “spalla”. Per completare un omaggio alla sua memoria, ha poi cantato “Frida”. Nel corso della serata il cantautore siciliano ha toccato i suoi più grandi successi, in italiano e in inglese, dai primi passi alle composizioni più recenti: da “This Is What You Are” a “Love Is a Temple”, da “Shine On” a “Ci Penserò Domani”, Biondi ha fatto cantare ed emozionare, anche chi non può considerarsi un suo fan. Il pubblico, insomma, ha gradito. E lui ha gradito l’affetto riservato dagli spettatori. “E’ la prima volta che vengo a Campobasso e devo dire che ho trovato un pubblico davvero caloroso. Due ore con voi sono volate. Grazie a tutti“.
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