Si è svolta in mattinata la seduta solenne del Consiglio regionale per la commemorazione del Giorno della Memoria in ricordo delle vittime del sisma del 2002. Il comma 3, dell’articolo 1, della legge regionale del 12 novembre 2003, n. 29, prevede che l’Assemblea legislativa regionale si riunisca ogni anno, il 31 ottobre, per riflettere e approfondire le tematiche relative all’evento verificatosi nella stessa data del 2002 e per discutere di protezione civile, di prevenzione, di sicurezza e di salvaguardia e tutela del mondo dell’infanzia. Ha introdotto i lavori il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone, sono seguiti gli interventi dei consiglieri Filomena Calenda e Fabio De Chirico, rispettivamente in rappresentanza della maggioranza e delle minoranze. Ha concluso i lavori il presidente della Regione Donato Toma. Nei loro interventi tutti gli interlocutori hanno ricordato il dramma che si consumò sotto le macerie della Jovine di San Giuliano di Puglia, evidenziando l’importanza della prevenzione, della mitigazione del rischio sismico e della promozione della cultura della sicurezza a tutela di tutti i cittadini ed in particolar modo dell’infanzia. L’Assemblea ha rispettato, su invito di Micone, un minuto di silenzio in ricordo dei ragazzi della Jovine e della loro maestra periti nel crollo della stessa scuola.
Toma: “Ferita insanabile. Su sicurezza scuole passi in avanti e priorità della Regione”.
Un lungo intervento da parte del governatore Donato Toma questa mattina nell’ambito del Consiglio regionale straordinario convocato per rendere omaggio alla memoria delle vittime di San Giuliano di Puglia morte a seguito del terremoto del 2002. Riflessioni, resoconti e futuro in tema di sicurezza scolastica, ma anche di patrimonio religioso.
“Venti anni, ovvero un periodo considerevole per riflettere e capire. Venti anni sono certamente una nuova generazione che nel frattempo è diventata adulta, cioè capace di assorbire gli insegnamenti, interpretare gli accadimenti storici e indirizzare il proprio pensiero critico verso il futuro.
Venti anni che, tuttavia, non bastano per lenire il dolore di una comunità che ha sofferto un dramma indicibile, il più duro che si possa affrontare.
Non ci sono parole per descrivere lo strazio provato da chi ha vissuto quella tragedia con i propri occhi e con il cuore dilaniato dal dolore. Non è umanamente sopportabile una realtà in cui 27 bambini e una maestra muoiono mentre sono a scuola, nell’unico edificio che quel giorno maledetto crolla del tutto.
Solo il silenzio della commemorazione e la riflessione su cosa è stato fatto e cosa si può ancora fare, per evitare simili sciagure, possono scandire il nostro giorno del ricordo.
Dal 2003 la Regione ha istituito per legge la Giornata della Memoria, caricandola di significati che non colmeranno mai il vuoto lasciato dentro di noi, donne e uomini, cittadini e amministratori, ma che possono tracciare un nuovo segmento nel solco di quella tragedia.
Sì, c’è un prima e un dopo San Giuliano di Puglia.
Quella mattina di 20 anni fa ha segnato le nostre coscienze e ha cambiato la percezione collettiva della sicurezza dentro e fuori i luoghi pubblici e privati, modificando in maniera determinante le attività di mitigazione del rischio sismico attraverso la definizione della nuova classificazione sismica nazionale.
La Regione Molise ha risposto con forza alla richiesta di sicurezza e alla domanda di prevenzione. Siamo anelli di congiunzione di una catena che parte dallo Stato, che ha il compito di garantire le buone politiche di prevenzione e di tutela dei contesti civili e sociali costituiti dalla sicurezza e dalla scuola, da sempre fondanti nella nostra società.
Negli anni, abbiamo messo in sicurezza la gran parte del patrimonio scolastico. Sono state costruite o ristrutturate scuole che ora sono moderne e sicure. Lo dimostrano i rilievi realizzati dopo le ultime scosse. Gli edifici non hanno subito danni e sono pochissimi i plessi che necessitano di piccoli interventi che non sono comunque collegabili ai recenti eventi sismici.
Con i fondi per la ricostruzione post 2002, e con quelli che lo Stato ha messo a disposizione dell’edilizia scolastica negli anni successivi, c’è stato un lavoro importante anche per mettere in sicurezza le scuole nei paesi non colpiti dal terremoto, in provincia di Isernia soprattutto. La Regione ha avviato diversi programmi per completare il lavoro cominciato in provincia di Campobasso. I finanziamenti ministeriali permettono adesso di terminare l’opera.
Volgendo lo sguardo al doloroso passato vissuto nei paesi del cratere, ritengo sia rilevante citare uno degli interventi cui tenevamo maggiormente, perché ancora legato a quella tragedia. Mi riferisco alla realizzazione della nuova scuola di Colletorto, paese fortemente colpito sul piano strutturale. Tre mesi fa, finalmente, la comunità colletortese si è riappropriata della sua scuola. Abbiamo inaugurato una struttura polifunzionale su tre piani, con palestra annessa, ricostruita completamente su quella, storica, frequentata da diverse generazioni di bambini e ragazzi della comunità locale. L’edificio ospita la scuola primaria e la secondaria di primo grado. All’ingresso, una scultura in pietra ricorda i 27 piccoli angeli di San Giuliano di Puglia e la maestra Carmela Ciniglio. Un monumento che emoziona, e un monito per le generazioni di oggi e per quelle future.
Stiamo inoltre seguendo con attenzione gli sviluppi dei progetti finanziabili con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, così come quelli avviati in base a programmi statali di finanziamento dell’edilizia scolastica e sportiva.
La priorità si sposta ora nel campo dell’edilizia religiosa su cui siamo intervenuti tanto nel corso degli anni. Il riferimento non è al sisma del 2002 ma a quello del 2018. Alcuni paesi molisani sono oggi privi dell’unica chiesa di riferimento. Stiamo lavorando per restituire a breve questi edifici alle funzioni religiose e alla vita sociale delle comunità interessate. E’ un obiettivo di breve termine.
Avremo modo di illustrare in altre circostanze tali novità, ora, in attesa di raggiungere il cimitero di San Giuliano, dove echeggeranno i 30 rintocchi della campana degli angeli, ci fermiamo per onorare la memoria di chi non è più con noi ma vivrà in eterno nel ricordo. Per il Molise questo sarà per sempre il giorno del cordoglio, del silenzio, della riflessione profonda”.
Micone: “I bambini bene più prezioso della nostra terra”.
Introducendo i lavori della seduta straordinaria del Consiglio regionale per la commemorazione del Giorno della Memoria in ricordo delle vittime del sisma del 2002, il presidente Salvatore Micone ha dichiarato: “Siamo qui riuniti in una seduta solenne e straordinaria del Consiglio regionale, mossi da una serie di importanti motivazioni che coinvolgono certamente la nostra privata sensibilità, ma che sono sicuramente afferenti l’alto ruolo istituzionale che siamo chiamati a svolgere in quest’Aula. Tra le tante qualificanti motivazioni vorrei ricordane almeno tre che possiamo identificare come sostanziali:
• COMMEMORARE, a vent’anni di distanza, le vittime del terremoto che si interessò una vasta parte del Molise, in un caldo e assolato giorno autunnale, simile a quello odierno, aprendo una ferita profonda nella società locale e regionale;
• RIFLETTERE insieme, con pacatezza e con schiettezza su cosa, come istituzioni e come comunità regionale, abbiamo fatto in questi lunghi anni per rimarginare quella ferita, ponendo in essere i rimedi più efficaci perché tragedie del genere non potessero ripetersi.
• DEFINIRE una strategia comune che consenta ad ogni bambino, ad ogni lavoratore, ad ogni malato, ad ogni fedele, e in generale ad ogni cittadino, di entrare in un edificio di pubblica fruizione e sentirsi al sicuro, perché esso è stato progettato, costruito, manutenuto e custodito, attuando tutte le procedure che la scienza, la tecnica e il buon senso impongono.
E’ proprio quello che vuole il comma 3, dell’articolo 1, della legge regionale del 12 novembre 2003, n. 29, che chiede al Consiglio regionale di riunirsi annualmente, nel Giorno della Memoria, il 31 ottobre, per l’appunto, per riflettere e approfondire le tematiche relative all’evento verificatosi lo stesso giorno del 2002, e per discutere di protezione civile, di prevenzione, di sicurezza e di salvaguardia e tutela del mondo dell’infanzia. Il Molise che fra qualche ora si fermerà in un minuto di silenzio, al rintocco della campana posta da tutti i molisani nel cimitero di San Giuliano di Puglia per questo giorno in ricordo di ciascuna delle vittime di quel tremendo sisma, è diverso da quello del 2002. E’ cambiato il contesto locale, regionale, nazionale ed internazionale. In questi lunghi e tormentati decenni abbiamo affrontato e superato, prima l’esaltazione della globalizzazione le difficoltà dell’euro e la lunga crisi finanziaria, la “tempesta perfetta” della pandemia da Covid e da ultimo il conflitto determinato dall’invasione russa del territorio ucraino. A livello locale i compagni di scuola di quei ragazzi che persero la vita sotto il tetto della Jovine sono ormai cresciuti e tanti di loro diventati brillanti eccellenze. I familiari dei cosiddetti “angeli” di San Giuliano continuano la dura lotta dell’esistenza, convivendo con quel dolore opprimente e assordante. Il Molise di oggi ha tratti differenti rispetto a quello di venti anni fa, ma di certo non ha mutata la volontà di onorare quelle vittime, conservane gelosamente la memoria, di sentire quei ragazzi e la loro maestra parte essenziale della comunità. Un onore, quello che intendiamo ancora una volta rivolgere alla memoria di costoro, che come classe politica, in rappresentanza di tutti i molisani, possiamo e dobbiamo tributare loro attraverso l’espressione della volontà unanime, anche se sfaccettata dalla diversa provenienza partitica e culturale, di mantenere tre impegni comuni:
• FARE in modo che questa regione non abbia mai più a piangere la morte insensata di altri suoi figli;
• GARANTIRE che la sicurezza negli edifici e nei luoghi pubblici, come in quelli privati, sia un elemento che appartenga stabilmente alla comunità regionale come alle singole comunità comunali;
• ASSICURARCI che i Bambini, e i giovani in generale, siano considerati il bene più prezioso di questa nostra terra, meritevoli della protezione, della salvaguardia e dell’amore dell’intera società molisana”.
Micone, quindi, prima di passare la parola ad un esponente della maggioranza, il consigliere Filomena Calenda, uno delle minoranze, il consigliere Fabio De Chirico e il presidente della Giunta, Donato Toma, evocando i nomi di tutti i ragazzi e della loro mastra periti nel crollo della Jovine, ha chiesto all’Aula di rispettare in loro onore un minuto di silenzio.