Domenica 16 aprile a partire dalle 7 mattutine, Rai Uno scopre l’acqua del Molise, la sua biodiversità. Lo fa intervenendo da Santa Maria del Molise aprendo le vetrine più belle, mostrando l’unica vera ricchezza che la nostra terra può spendersi, poiché la migliore al mondo. Lo diceva Francesco Jovine, lo racconta Paolo Notari, volto noto del canale principe della Rai, sotto l’attenta regia di Paola Montali. Le immagini affidate alle telecamere di Michele D’Elia sono quelle che difficilmente non potranno accattivare l’occhio del telespettatore. Acqua e paesaggio, i veri tesori mai nascosti, sempre in bella vista, rappresentano, senza ombra di dubbio, l’unicità dal sapore dell’amore di chi lo ha preservato nei secoli passati, di chi lo ha ammirato tanto da suggestionare scritti, passioni. Purtroppo, tali ricchezze vengono sempre più poste a repentaglio dall’egoismo affaristico dell’uomo con rischio imminente della irresponsabile cancellazione di una identità senza limiti di bellezza. Un mega impianto eolico è stato programmato proprio a ridosso delle sorgenti più visitate del Molise. Torri alte oltre 250 metri che mineranno per sempre territorio e partecipazione visiva ad un paesaggio tra i più belli d’Italia. Battaglia contro che l’amministrazione comunale guidata da Michele Labella si appresta a mettere in campo alzando ogni tipo di barricata, anche la più estrema.
Una norma governativa che defenestra il possibile coinvolgimento amministrativo dei sindaci, una Regione che non detta regole certe ponendo nel caos più totale un territorio preso d’assalto in nome di una mascherata transizione ecologica sempre più energetica, rende la battaglia difficile ma il popolo è già lì pronto per affiancare la resistenza dell’amministrazione. Continueremo a depauperare ettari di terreni, di prati fioriti, di prodotti eccellenze che dalla terra molisana traggono il meglio di un ambiente sano e del tutto incontaminato, grazie soprattutto ad un’acqua decisamente eccellente. Oggi l’ecologia è rappresentata da una sorta di bandiera verde macchiata di sangue e di vilipendio alla bellezza. “C’è chi mette in dubbio il futuro dell’ideale della libertà. Noi rispondiamo che essa ha più che un futuro: possiede l’eternità.” È da questa frase celebre di Benedetto Croce, fautore della legge a tutela del paesaggio che tanto ha fatto scuola in Europa e nel Mondo, che dovremmo ripartire per riappropriarci della nostra identità, della nostra vita. La ribalta nazionale, grazie all’ammiraglia Rai, ci pongono di fronte ad un Mondo senza stereotipi negativi, fanno conoscere le nostre incommensurabili bellezze paesaggistiche con le mille peculiarità. Tutti ne parlano, ne fanno un cavallo di battaglia vincente ma poi ci si arrende alla mano perfida dell’uomo che dinanzi all’arricchimento pone la scure su ogni cosa che potrebbe renderli la vita difficile nel cammino del suo intento. Prendiamo le belle immagini ed il bel racconto del professor Nicola Prozzo, il suo insegnamento, per una spinta a non essere autoreferenziali, egocentrici, come forza aggregante, propositiva e magicamente ed orgogliosamente custodi del nostro territorio. Non resilienza ma restanza e ripartiamo da qui poiché “un’opera pesante, che non illumina l’intelletto non fa mai battere il cuore.” La Pasqua è volata via con la sua Colomba, che essa ci conforti con la riflessione: “La libertà al singolare esiste soltanto nelle libertà al plurale.”
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