Erano finiti sul banco degli imputati con l’accusa in concorso di riciclaggio per aver rimosso e distrutto il microchip applicato ad un cane meticcio che era stato precedentemente rubato ad un uomo del Basso Molise, il quale aveva presentato denuncia presso le forze dell’ordine. Secondo la vittima del furto, l’episodio sarebbe avvenuto durante una battura di caccia nella zona di Guardialfiera. In base alla successiva ricostruzione, due campobassani – di 56 e 66 anni, difesi dagli avvocati Carmine Verde e Mario Petrucciani – sono stati indagati della rimozione del microchip al cane al fine di ostacolare l’identificazione dell’animale e quindi della provenienza illecita dello stesso, reato configurato come riciclaggio, che prevede pene dai 4 anni di reclusione in su. Al termine del processo davanti al Tribunale, il collegio penale presieduto dal giudice Casiello ha assolto gli imputati con formula piena perché il fatto non sussiste. Il pm Papa aveva invece chiesto l’assoluzione con formula dubitativa. Uno dei punti su cui ha fatto leva l’avvocato Verde (in basso) è la mancata dimostrazione che il cane in questione avesse un microchip né che ci fosse stato un furto in precedenza.
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