Nella mattinata di mercoledì 17 maggio, il prezioso busto reliquiario raffigurante “San Giacomo della Marca” ritornerà nella sua collocazione originaria all’interno della chiesa del convento di San Pietro Celestino a Ripalimosani, dopo essere stato sottoposto ad un attento e accurato restauro realizzato dall’Istituto Centrale per il Restauro (ICR), in accordo con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Molise.
La riconsegna dell’opera da parte dei restauratori del prestigioso Istituto, centro di eccellenza nel campo della conservazione e del restauro dei beni culturali, avverrà alla presenza del sindaco di Ripalimosani, Marco Giampaolo, e della dott.ssa Dora Catalano, Soprintendente e Direttore dei Lavori.
Il busto reliquiario, insieme ai due reliquiari a tabella pure restaurati per l’occasione, fa parte del ricco arredo sacro della chiesa legato in gran parte alla committenza della famiglia nobiliare dei Riccardo, marchesi di Ripalimosani, e in particolare a Geronimo, religioso e fratello del Francesco Maria titolare del feudo agli inizi del XVII secolo. É inserito in posizione preminente all’interno di una custodia chiusa da sportelli dipinti, nella quale sono raccolte numerose reliquie di santi, conservate in pregiate cassettine o all’interno di reliquiari a tabella. L’uso di esporre reliquie in appositi armadi nelle chiese si afferma all’indomani del Concilio di Trento, sul finire del XVI secolo, quando la Chiesa di Roma riafferma l’importanza del culto delle reliquie.
Le iscrizioni lungo i fianchi della base del busto di San Giacomo e sui cartigli posti sul retro dei reliquiari a tabella indicano sia la data di esecuzione, 1626, che la committenza ad opera di Geronimo Riccardo. A soli due anni dalla sua beatificazione, Geronimo porta le reliquie di San Giacomo della Marca nella chiesa francescana, nello stesso anno in cui il Santo viene eletto tra i patroni di Napoli.
Il busto, sicura opera di provenienza napoletana, è contrassegnato da una ricerca di verità naturale e da una forte intensità espressiva nel volto e di alta qualità tecnica nella resa della decorazione della tonaca.
Nei laboratori della sede di Matera dell’ICR, l’opera è stata sottoposta ad attenti studi preliminari ed indagini diagnostiche che hanno consentito una precisa definizione della tecnica esecutiva e dello stato conservativo.
È stato quindi possibile constatare la cura e qualità esecutiva nella resa pittorica del busto reliquiario sia nei passaggi chiaroscurali dell’incarnato, realizzato con tecnica di pittura a olio, che nel panneggio della tonaca, la cui ricca decorazione è realizzata con la tecnica dello “sgraffito”, ottenuto per sottrazione di strato pittorico a tempera su foglia d’oro.
La reliquia, un frammento della tonaca del Santo, è visibile da un’apertura posta sul fronte della base e chiusa da un vetro che, mancante di alcune parti e fratturato, è stato sostituito in quanto non originale.
L’intervento di restauro è consistito nella iniziale messa in sicurezza, prima del trasporto, delle porzioni degli strati preparatori e pittorici in pericolo di caduta, nel successivo consolidamento degli stessi, nella pulitura degli strati di superficie, nella reintegrazione delle lacune con tecniche riconoscibili – così come previsto dalla teoria brandiana del restauro – e nella riproposizione, con essenze lignee adatte, delle parti mancanti della base che riproducevano moduli ripetitivi.
L’intervento è stato effettuato nell’ambito dell’attività didattica della Scuola di Alta Formazione e Studio ICR, con il coinvolgimento degli studenti del 69° e 70° corso del PFP2 afferenti alla sede di Matera, sotto l’attenta supervisione dei docenti restauratori, supervisione dei docenti restauratori, e in uno spirito di intensa collaborazione tra le diverse Istituzioni coinvolte: l’Istituto Centrale per il Restauro, il Comune di Ripalimosani e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Molise, in questo caso coinvolta nel doppio ruolo di organo di tutela e di Direzione Lavori.
L’immagine sacra del Santo, recuperato lo splendore originario, è così restituita alla devozione e alla cura della comunità ripese.
Gruppo di lavoro
Alessandra Marino: Direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro.
Francesca Capanna: Direttore Scuola di Alta Formazione e Studio ICR sede di Roma.
Giorgio Sobrà: Direttore Scuola di Alta Formazione e Studio ICR sede di Matera.
Marco Bartolini: Vicedirettore Scuola di Alta Formazione e Studio ICR.
Dora Catalano: Soprintendente SABAP Molise e Direttore dei Lavori.
Restauro in attività didattica
Docenti restauratori ICR: Patrizia Giacomazzi.
Docenti restauratori a contratto: Chiara Compostella, Paola Minoja, Francesca Spagnoli, Roberto
Saccuman, Giovanni Gualdani.
Documentazione fotografica: Angelo Raffaele Rubino, Claudio Santangelo.
Studenti SAF-ICR Roma del 69° corso PFP2 di Matera: Beatrice Ridolfi, Iole Fuscaldo, Nicola
Marinelli, Rossella Romaniello, Federica Salvemini.
Studenti SAF-ICR Matera del 70°corso PFP2 di Matera: Giada Angeleri, Maddalena Gazzetta