Venne fermato a Campomarino dai Carabinieri nel febbraio 2020, agli albori della pandemia, con poco più di 5 grammi di cocaina suddivisi in due involucri di cellophane e corrispondenti, secondo successiva relazione dei militari, a 24 dosi di stupefacente. Il giovane termolese, all’epoca 35enne, durante la perquisizione personale e veicolare della sua auto tentò anche di disfarsi dei due involucri per evitare guai ma gli uomini dell’Arma non si fecero scappare il dettaglio, sequestrando lo stupefacente e contestando al giovane il reato di detenzione con finalità di spaccio, ipotizzato dalla modalità di confezionamento della cocaina. Ieri si è celebrata l’ultima udienza di primo grado davanti al Tribunale di Larino, all’esito della quale il giudice Tiziana Di Nino ha accolto la tesi della difesa, curata dall’avvocato Carmine Verde, secondo cui lo spaccio non può essere provato e che di conseguenza la detenzione era per uso personale. L’imputato è stato perciò assolto perché il fatto non sussiste.
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