Analizzando gli scrutini definitivi delle elezioni regionali, si nota come il destino degli eletti non sia legato solo alle preferenze ad personam, ma anche al comportamento avuto dalle coalizioni di appartenenza e ai voti ottenuti dalla propria lista (simbolo). Le ripartizioni hanno premiato alcuni ed escluso altri.
Vero leader di incassi in questa tornata elettorale – rimanendo solo sui candidati consiglieri – è Salvatore Micone. L’ex presidente del consiglio regionale, riconfermato a Palazzo D’Aimmo dall’elettorato, ha ottenuto ben 4.778 preferenze. Basti pensare che il secondo per numero di voti, Quintino Pallante, sempre di Fratelli d’Italia, ha un distacco di circa 1.500 voti (3.238). Vicino a Pallante c’è Nicola Cavaliere di Forza Italia, anche lui un riconfermato, che ha ottenuto 3.226 preferenze. Sopra le 3mila preferenze sono stati riconfermati anche i due consiglieri del Pd, Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla, che siederanno tra i banchi dell’opposizione.
Tra i consiglieri eletti che hanno preso meno voti ci sono ad esempio Roberto Di Pardo di Noi Moderati (1.704), in maggioranza, e Alessandra Salvatore del Pd (1.769), in minoranza. Il consigliere con meno voti è stato Angelo Primiani del Movimento 5 Stelle, a cui sono bastati 1.246 preferenze per riconfermare l’elezione, in virtù degli oltre 10mila voti ottenuti dalla lista (7,1%) che hanno consentito la rappresentanza di due pentastellati a Palazzo D’Aimmo (il primo, Andrea Greco, ha incassato 2.296 voti).
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