Al via la XIII legislatura della Regione Molise. Il presidente uscente dell’Assemblea Legislativa, a norma dello Statuto e del Regolamento consiliare, preso atto della proclamazione dell’elezione del presidente della giunta regionale e dei venti consiglieri regionali eletti, avvenuta il 6 luglio, seguita alle consultazioni elettorali del 25 e 26 giugno, ha convocato la prima adunanza del Consiglio regionale per le ore 11 di lunedì 24 luglio.
A presiedere provvisoriamente la prima seduta sarà il consigliere più anziano di età, Angelo Michele Iorio.
Due soli i punti all’ordine del giorno:
• la costituzione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale mediante elezione del presidente, dei due vicepresidenti e dei due segretari;
• la costituzione delle Commissioni consiliari permanenti.
Dovrebbe essere Quintino Pallante il presidente del Consiglio regionale, salvo colpi di scena. Per i ruoli di vice presidenti saranno indicati un consigliere di maggioranza e uno di opposizione.
Giunta a tre in partenza.
Intanto Francesco Roberti dovrebbe sciogliere nelle prossime ore il nodo sulle nomine della giunta regionale che inizierà a lavorare di concerto con il presidente. Per dare seguito all’annuncio di un esecutivo nel segno della discontinuità rispetto alla giunta Toma, dovrebbero essere chiamati a ricoprire il ruolo di assessore Salvatore Micone di Fratelli d’Italia, primo per preferenze, e Andrea Di Lucente di Forza Italia. Il terzo posto potrebbe essere riservato al movimento di Patriciello, Il Molise che vogliamo, terzo partito di maggioranza per preferenze (quindi a Cefaratti o Passarelli), ma sembra che l’intesa con i leader nazionali vada al di là del riscontro popolare. Indiscrezioni da giorni parlano di un posto da riservare sin da subito alla Lega, nonostante sia tra i partiti della coalizione di maggioranza che hanno ottenuto le percentuali più basse di voti. Inoltre non sarebbe “promosso” l’unico eletto in Consiglio, Massimo Sabusco, ma proprio per non privare l’assise di un rappresentante della Lega, sarebbe nominato un assessore esterno, come fece Toma per un breve periodo. La scelta di Roberti ricadrebbe sullo stesso esponente che optò – su indicazione – il suo predecessore, l’avvocato Michele Marone, consigliere comunale di Termoli nonché consigliere giuridico del leader del Carroccio, Massimo Salvini. Ma perché nominare un esponente non eletto, si chiede il popolo? E soprattutto verrebbe meno la discontinuità annunciata da Roberti. Quindi tutto è ancora in ballo. Certo non è facile per il governatore in un Consiglio regionale che per il 65% è lo stesso dell’ultimo in carica. Basti pensare che, qualora venissero confermate le precedenti indiscrezioni, Roberti di fatto dovrebbe rimescolare le carte, ma il mazzo da cui pescare è lo stesso. Micone, ex presidente del Consiglio, va a fare l’assessore. Pallante, ex assessore, va a fare il presidente del Consiglio. Gli annunci post voto rischiano così di essere una chimera, peraltro inutili e che andrebbero ad accontentare al massimo i singoli. Inutili perché se la volontà popolare ha riconfermato la maggior parte del Consiglio uscente, perché ora dovrebbe aspirare ad un esecutivo di facce nuove?