Sono passate oltre 48 ore dalla terribile tragedia di contrada Colle Calcare, a Campobasso, ma le immagini e il dolore che hanno segnato una famiglia e una comunità intera sono ancora intensi e fortissimi, come se la morte del piccolo Alessandro Mignona, 9 anni, fosse avvenuta pochi istanti fa. I genitori Paolo e Nicoletta, insieme alla figlia più piccola di 4 anni, sono stati dimessi dal Cardarelli, mentre il più grande, di 12 anni, è ancora ricoverato al Santobono di Napoli. Domani sarà eseguita l’autopsia sulla salma del bambino che ha perso la vita durante l’incendio nell’abitazione sita al secondo piano di una palazzina, scoppiato tra le ore 23 di domenica e la mezzanotte di lunedì. I soccorritori hanno subito ipotizzato il decesso per asfissia: fatale il fumo inalato che non ha lasciato scampo ad Alessandro. Cosa è successo di preciso lo stanno ricostruendo gli inquirenti della Squadra Mobile insieme al personale Niat dei Vigili del Fuoco. Intanto dai primi riscontri sembra esserci una diversa ipotesi alla base dell’innesco del rogo. Si parlava inizialmente di una ciabatta elettrica che probabilmente alimentava le luminarie dell’albero natalizio. Ma in realtà sarebbe un’altra la fonte da cui è partito tutto. Come ha spiegato il Procuratore della Repubblica, Nicola D’Angelo, in una conferenza stampa tenutasi questo pomeriggio al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Campobasso, potrebbe infatti essere stato un computer lasciato sul divano, probabilmente andato in surriscaldamento, il punto di partenza del drammatico evento. Le prime fiamme, che si sono alimentate molto lentamente mentre i componenti della famiglia erano nelle loro camere a dormire, hanno iniziato a rilasciare nell’ambiente del fumo nocivo. Col passare dei minuti la situazione è quindi degenerata. Foto e video mostrati dal personale del 115 hanno evidenziato i danni generati sulle pareti e sul soffitto dalle fiamme, ma anche il fumo nero che viene sprigionato da un rogo di quel tipo, in un ambiente chiuso. “Chiunque respiri quel fumo senza una maschera antigas non ha speranze di sopravvivere”, ha aggiunto D’Angelo. Alessandro evidentemente è stato il più sfortunato del nucleo familiare. Prezioso l’intervento dei Vigili del Fuoco che entrando nell’appartamento, con l’applicazione di maschere antigas, sono riusciti a salvare il resto della famiglia. Ma il secondo dei tre figli non è riuscito più a risvegliarsi. Tutti gli accertamenti, comunque, sono ancora in itinere. “Vogliamo essere chiari”, ha spiegato D’Angelo. “Riteniamo che si tratti di un fatto accidentale. C’è un’inchiesta in corso, ma nessuno è indagato”. L’appello implicito, quindi, è quello di preventivare il più possibile episodi come questo e di prestare la massima attenzione con particolari dispositivi ed elettrodomestici in casa.
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