Domenico Nucci ricoprirà il ruolo di direttore generale della Regione, la figura istituita dal governo regionale targato Roberti che sostituirà e racchiuderà il ruolo dei Capi Dipartimento. Nucci, classe ’59, è un “fedelissimo” di Roberti anche se la sua nomina è arrivata dopo la valutazione di diverse candidature. Ha ricoperto, tra gli altri, il ruolo di segretario comunale al Comune di Termoli quando l’attuale governatore era sindaco e segretario generale alla Provincia di Campobasso, dove Roberti è stato presidente prima dell’elezione allo scranno più alto della Regione.
Fanelli: “Nomina già scritta nelle stelle. Chiuso il percorso di disorganizzazione regionale”.
“Toh! Alla fine ero io la maga Circe con capacità divinatorie? L’offesa all’epoca non mi toccò e, in ogni caso, ho sempre pensato qualificasse negativamente più chi la rivolgeva e non la destinataria.
Nel merito oggi è facile avere ragione. E non poteva essere diversamente. L’epilogo della vicenda relativa all’assegnazione dell’incarico di direttore generale della Giunta regionale del Molise era talmente scontato che, immagino, neanche gli altri 27 candidati in lizza abbiano mai pensato di poter concorrere realmente per la posizione. Il prescelto era scritto nelle “stelle” ed è Domenico Nucci, già al fianco di Roberti sia al Comune di Termoli che alla Provincia di Campobasso. Come poteva perdere l’occasione di fare un ‘salto’ anche in Regione? Nel suo arco, oltre alle caratteristiche professionali, la freccia della fedeltà. E la fedeltà, si sa, premia sempre. Con buona pace di tutti.
Quello che dovrà dimostrare adesso è la sua capacità sulle ‘cose regionali’, totalmente diverse dagli enti in cui ha burocraticamente prestato servizio. Programmazione e bilancio complicatissimi, personale e macchina amministrativa fermi, sanità commissariata e da raccordare. Il tutto all’interno di un contesto ‘regione’ che Roberti ha decisamente disorganizzato.
Contesto regionale dove ogni grande tema viene affrontato con una lentezza disarmante, mentre la nomina del Direttore Generale è arrivata spedita, dando prova di un’efficienza sconosciuta a tutti gli altri settori.
Perché tutta questa premura? Perché la procedura accelerata? Perché la stessa solerzia non si rinviene in nessun altro settore della complessa e disastrata macchina regionale?
Le mie critiche all’indirizzo del presidente sul suo nuovo modello organizzativo non erano, infatti, incentrate tanto sul profilo soggettivo della gestione regionale – che, come si intravedeva, sarebbe finita tutta su un uomo solo, il suo uomo di fiducia – bensì sul ‘costo’ di quell’accentramento che sarebbe ricaduto sulla funzionalità organizzativa regionale, oltre che gravare su un bilancio già disastroso.
In sostanza, Roberti “riordina” la macchina Regione per affidarne il vertice a Nucci, creando però meccanismi disfunzionali, come togliere competenze in capo ai diversi assessorati (come ad esempio la programmazione) e affidarle all’uomo solo al comando.
Si tratta di modifiche che, nella migliore delle ipotesi, creeranno duplicati e lungaggini, nella peggiore causeranno conflitti e blocco dell’azione amministrativa, già non brillante.
Ecco perché la nomina di Nucci non va bene.
Niente di personale, ma se si tengono insieme queste due questioni (essere l’uomo fedele di Roberti, pur senza competenze specifiche sulle ‘cose’ regionali, e ritrovarsi al comando di un contesto regionale appositamente disorganizzato) il guazzabuglio, peraltro già annunciato, è fatto!
Infine, Presidente, la prego, faccia in modo che tutte le procedure regionali siano veloci come questa che le interessava tanto!”
La replica di Roberti: “Nucci professionista stimato e apprezzato ovunque. Fanelli pensasse all’ex governo Frattura”.
“L’esperienza del dott. Domenico Nucci in campo amministrativo è consistente, un dato oggettivo che si evince leggendo il suo curriculum vitae. Professionista serio e apprezzato ovunque egli abbia prestato la propria attività professionale. Tra l’altro, in tantissimi anni di lavoro non ha mai dovuto ricorrere a raccomandazioni politiche lavorando con qualsiasi colore politico solo grazie alla sua capacità professionale.
Mi sorprende che la consigliera Fanelli non ricordi, durante il periodo in cui ricopriva la carica di Segretario Regionale del PD, come l’ex Presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, a capo della coalizione a trazione Partito Democratico, nominò nel ruolo di Capi Dipartimento tanti professionisti, ormai ex dirigenti regionali, tutti vicini al Partito Democratico, che non mi sembra avessero, all’atto della nomina, curriculum vitae con grandissime esperienze nell’amministrazione pubblica.
Inoltre, avendo appurato come l’eliminazione dei Capi Dipartimento e la nomina di un Direttore Generale determinino una riduzione della spesa, la consigliera Fanelli prova a spostare l’attenzione da quest’ultimo dato di fatto, con le uscite populistiche e propagandistiche, alzando il clamore mediatico, insinuando sospetti e veleni senza motivi né fondamenti.
D’altronde, anche tu, consigliera Micaela Fanelli, hai lavorato per la Regione Molise e con una transazione, che sta facendo giurisprudenza nel diritto del lavoro e oggetto di studio nelle più blasonate Facoltà di Giurisprudenza, ti sei garantita la possibilità di conservare quell’incarico una volta terminata la tua esperienza politica.”