L’innovazione, in ogni settore, è qualcosa di più di un’idea, è un percorso, un tragitto che si compie e che parte da una tradizione vera e radicata per diventare, nel tempo, l’evoluzione di un pensiero capace di farci ottenere risultati concreti e dare linfa nuova alle conoscenze consolidate. L’Associazione Italiana Sommelier Molise, venerdì 31 marzo, presso l’Aula Magna Galileo Galilei dell’Università degli Studi del MOLISE-Dipartimento di Bioscienze e Territorio a Pesche, ha organizzato un forum per parlare di innovazione e di tradizione, legando questi spunti di riflessione al nostro territorio regionale e alla sua sfera vitivinicola. Ospite d’eccezione della giornata è stato Marco Simonit della Simonit&Sirch, Preparatori d’Uva. Marco Simonit e Pierpaolo Sirch hanno inventato un metodo di potatura rivoluzionario che viene attuato nei vigneti delle più blasonate aziende del Pianeta, inclusi i grandi Château e Domaine francesi. Il vino è una forma di comunicazione e rappresenta un fatto culturale e un simbolo dei prodotti tipici del territorio, riuscendo a condensarne l’identità, la storia e la tradizione. Oltre a Marco Simonit, l’evento ha visto la partecipazione di Michele Tanno, che ha parlato della Tintilia e di altri vitigni antichi del Molise, del professor Massimo Iorizzo, che si è soffermato sulla valorizzazione dei vitigni antichi del Molise mediante le nuove biotecnologie, di Mario Stasi, vice presidente dell’Ordine degli Agrononomi e Forestali del Molise, e del professor Angelo Presenza, che ha concluso i lavori parlando d’innovazione come forma di contaminazione utile a sviluppare nuove relazioni. Simonit ha presentato le sue metodologie operative per la potatura riflettendo su come, troppo spesso, l’idea di esperienza che si sviluppa in questo settore tende a considerare di valore solo ciò che è consuetudine, invece, l’energia della scoperta e della ricerca non andrebbe dispersa o sottovalutata, perché consuetudine non si traduce simultaneamente in tradizione. Per portare avanti la tradizione attraverso i tempi è necessaria una consapevolezza nell’innovare, è necessaria una visione e un’assunzione di responsabilità nel medio e lungo termine. Nel lavoro quotidiano sul campo, la viticultura può e deve proporre dei riferimenti etici ben diversi da quelli che magari le leggi del mercato spingono a rendere plausibili, puntando tutto sulla voglia di innovare insieme agli altri per rendere la tradizione una conoscenza aperta e dinamica.
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