“Con la sentenza pronunciata dal TAR, il comitato Cardarelli e il Comune di Campobasso – quest’ultimo quale ente esponenziale dei cittadini residenti – insieme, hanno raggiunto un risultato storico nella difesa della sanità pubblica e nella tutela del diritto alla salute nella nostra regione”: con queste parole il sindaco reggente di Campobasso Paola Felice ha aperto la conferenza stampa relativa alla sentenza n. 67 del TAR Molise dello scorso 8 marzo.
“La nostra azione si basa sul convinto interesse di tutelare e preservare i servizi sanitari che vengono offerti ai cittadini molisani nelle strutture presenti su tutto il territorio regionale a partire dall’ospedale Cardarelli di Campobasso che, purtroppo, continua a perdere il suo ruolo di ospedale pubblico regionale “HUB”. Ci siamo chiesti se oggi il diritto di cura dei pazienti del servizio sanitario molisano sia garantito o meno in caso di emergenza-urgenza. É questa la domanda posta al tribunale amministrativo, che oggi accoglie il nostro ricorso esprimendosi sul secondo e sul terzo motivo dello stesso riguardanti, sotto il profilo dell’organizzazione della rete ospedaliera, la gestione – tramite le strutture disponibili nella Regione, sia pubbliche che accreditate – delle reti definite come tempo-dipendenti, concernenti la gestione dell’ictus, della rete neurologica e del trattamento dei cosiddetti politraumi. Il Tribunale amministrativo regionale aveva accolto l’istanza istruttoria proposta nel ricorso del Comune di Campobasso e del Comitato pro Cardarelli, con cui si chiedeva al commissario di produrre una relazione dettagliata sui criteri utilizzati per redigere il Piano. Il Tar aveva ordinato alla struttura commissariale di produrre una “relazione, entro 90 giorni, dettagliata e analitica, corredata della pertinente documentazione (depositata il 18 agosto 2023) che desse conto:
– dei dati acquisiti e delle fonti informative utilizzate al fine di dimensionare il prevedibile flusso della domanda di salute e stimare così il fabbisogno assistenziale assunto a base del decreto impugnato;
– delle misure organizzative apprestate al fine di completare, attuare, modificare le reti di emergenza-urgenza e tempo-dipendenti, soffermandosi in particolare sull’assetto e sulle regole di funzionamento della rete clino-assistenziale per l’ictus emorragico fin dalla presa in carico dei pazienti;
– maggiori dettagli circa la “stipula di accordi interregionali con gli ospedali di Foggia e Benevento per la centralizzazione del paziente con ictus emorragico presso strutture extraregionali e le iniziative assunte ai fini della introduzione in regione di un servizio di elisoccorso”.
Con la sentenza n. 67 il Tar Molise, evidenziando in più punti “lacune e contraddizioni”, ha pronunciato: “l’annullamento del Piano Sanitario recato dal decreto commissariale n. 94/2021 nei punti corrispondenti alle doglianze, risultate fondate, che hanno investito i paragrafi 5.2.e 5.3 del Piano Sanitario, con riferimento all’organizzazione della rete ospedaliera prevista nell’ambito delle patologie tempo-dipendenti, comprensive delle emergenze da ictus emorragico ed ischemico e della gestione dei politraumi”.
“Il ricorso proposto può definirsi come un risultato storico – ha ribadito il primo cittadino – perché è la prima volta che un’Amministrazione comunale della regione, in questo caso il capoluogo, si fa parte attiva insieme al comitato pro Cardarelli per difendere il diritto alla salute dei molisani ottenendo una sentenza che mette un punto fermo sulla programmazione di settore rispetto a temi che riguardano casi nei quali si lotta tra la vita e la morte puntando i riflettori sulle reti di emergenza-urgenza e tempo-dipendenti”.
Inoltre, seppur non accolti nel ricorso nella sentenza emerge che il P.O.S con riguardo:
– alla organizzazione della specifica rete dell’ictus emorragico, aveva previsto d’implementare le reti ospedaliere programmandone l’integrazione funzionale a mezzo di appositi accordi extraregionali, previsioni rimaste però in gran parte disattese nell’attuazione del pro-gramma sanitario
– in tutta la regione non vi sono elisuperfici a servizio di strutture sanitarie pubbliche idonee a garantire il servizio di elisoccorso. Dunque, in assenza di infrastrutture (di cui non a caso non vi è traccia) non è spiegato dove fisicamente si svolga la presunta “convenzione” con la regione Abruzzo”.
“In quanto atto programmatorio, il Pos non può prescindere da un’attenta verifica dei fabbisogni della popolazione e dei modelli organizzativi che possano garantire delle prestazioni sanitarie nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Da quando nel 2018 fu nominato il commissario alla sanità Giustini, il primo punto del decreto governativo di nomina del commissario ad acta fu quello di ristrutturare le reti tempo-dipendenti, invece, sono passati anni e diversi commissari, ma ancora non si fa chiarezza. Proprio rispetto a questa inerzia – conclude il sindaco – la sentenza del TAR marca un punto di non ritorno perché vincolerà le future programmazioni. A tal proposito il Comune di Campobasso facendosi parte diligente provvederà ad inviare oggi stesso una nota alla struttura commissariale nell’ambito della Consultazione Pubblica avviata per acquisire osservazioni al PROGRAMMA OPERATIVO 2023/2025 allegando la sentenza affinché si prenda atto ufficialmente di quanto disposto dal TAR Molise nella stesura del nuovo POS. Resta inoltre sempre viva la speranza di avere un Dea di II livello al Cardarelli di Campobasso”.
Gravina: “La sentenza stabilisce dei punti fermi. Reali le nostre preoccupazioni sull’emergenza-urgenza”
«La sentenza del Tar Molise sul ricorso per l’annullamento del Pos 2019/2021, fa il paio con l’istanza, accolta nel maggio scorso dal Consiglio di Stato, con cui il Comune di Campobasso e il Comitato pro Cardarelli – che ricordo hanno impugnato il Programma Operativo sanitario 2019-2021 – chiedevano di ordinare al Commissario ad Acta alla Sanità di produrre una relazione dettagliata sui criteri utilizzati per redigere il Piano. Come sottolineammo sin da subito, il Pos 2019/2021 conteneva numerose lacune le cui ripercussioni rischiano di produrre effetti sulla salute e la sicurezza della collettività, basti avere presente ciò che scrisse in merito il Consiglio di Stato quando evidenziò nel Piano l’assenza di misure per contrastare il verificarsi di fenomeni potenzialmente letali, quali l’ictus emorragico».
A esprimere le sue considerazioni sulla tanto attesa sentenza del Tar Molise è il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Roberto Gravina che nel 2021, da Sindaco della città capoluogo di regione, decise di intraprendere insieme al Comitato pro Cardarelli la strada giurisdizionale per chiedere l’annullamento del Programma operativo sanitario (Pos) 2019-2021 adottato dall’allora Commissario ad acta per la sanità e presidente della Regione, Donato Toma.
«Oggi, nelle pieghe di questa sentenza del Tar Molise troviamo certificato come, negli anni, il ruolo e la funzione del servizio sanitario pubblico sia stato progressivamente svilito, con la chiusura di alcuni reparti e nello specifico con la chiusura di quello di neurochirurgia, rendendo impossibile il soddisfacimento dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) in ordine, soprattutto, ai politraumi che hanno così richiesto accordi fuori regione.
Inoltre, nella sentenza viene rilevato come, rispetto a quello che era scritto nel Pos precedente, nel Pos impugnato e ora dichiarato in parte illegittimo dal Tar e quindi di fatto decaduto, su Neuromed non esista un protocollo d’intesa che specifichi e rafforzi le garanzie per i cittadini di poter ricevere cure specifiche per quanto riguarda le esigenze di tipo neurochirurgico.
Le nostre preoccupazioni sulla fragilità estrema della rete dell’emergenza urgenza e su quella per le malattie tempo dipendenti e i politraumi non erano campate in aria, così come pure quelle sulla necessità di analizzare i fabbisogni. La nostra scelta di impugnare il Pos ha portato come frutto importante questa sentenza del Tar che individua, infatti, alcuni punti fermi di cui si deve tener conto in futuro e, se non erro, le affermazioni dei Commissari alla presentazione del nuovo Pos vanno in questa direzione, sicuramente per quanto riguarda il protocollo d’intesa con Neuromed.
Da rimarcare poi, come il Tar stigmatizza la questione della mancata specificazione degli elisoccorsi presenti sul territorio. Visto il quadro generale è ribadita la forte necessità da noi espressa in più occasioni di consentire un collegamento rapido con le strutture individuate nella rete dell’emergenza urgenza, fondamentale in questo deve essere la piattaforma di elisoccorso del Cardarelli che, finalmente, sembra sia prossima all’apertura».