Nel fine settima di Pasqua si passa dall’ora solare all’ora legale. In particolare tra sabato 30 marzo e domenica 31 marzo – formalmente alle ore 2 – sarà necessario spostare le lancette dei propri orologi analogici e reimpostare quelli digitali di un’ora avanti, salvo quelli dei propri smartphone e dei computer che ormai, grazie alla sincronizzazione con il web, si aggiorneranno in automatico. Perderemo, nella sostanza, un’ora di sonno. L’ora legale viene scelta dai singoli Stati, anche con l’obiettivo di risparmiare energia elettrica. In Italia sono stati due i passaggi fondamentali. Fece la sua comparsa nel 1916, quando il nostro Paese era impegnato nella prima guerra mondiale, proprio per esigenze di risparmio. Quindi venne (re)introdotta con un decreto legge, il n. 530 del 1965. Per questo è stata denominata ora “legale”. Peraltro è stato scelto di applicarla in un giorno festivo per permettere a molti (almeno coloro che non lavorano la domenica) di adattarsi al cambiamento. Sono noti, infatti, i disturbi che una parte della popolazione soffre a causa del cambio dell’ora nei primi giorni successivi ad esso. È da anni in corso il dibattito per mantenere l’ora legale per tutto l’anno. Attualmente l’Ue ha deciso che i singoli Stati comunitari possono agire in autonomia sulla questione. Per ora l’Italia ha optato per il mantenimento della doppia modalità. L’ora solare, nel 2024, tornerà domenica 27 ottobre.
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