Quello che accade a Termoli, più precisamente alla stazione ferroviaria, come a Isernia e Venafro, uniche stazioni a prova di treni, è indicibile e non certamente gratificante per una città dal turismo fiorente e da città europea che vuol mostrarsi al mondo. Migliaia di viaggiatori ogni giorno arrivano nella città del mare che luccica, e ogni giorno si vedono scene raccapriccianti e non degne di una città che mostra le sue bellezze e si rende appetibile al turismo balneare grazie a splendide spiagge e uno dei borghi marinari più belli d’Italia. La stazione, non certamente delle più moderne, attualmente non presenta attraversamenti in piano e per l’attraversamento dei binari occorre scendere rampe di scale non del tutto agevoli e per lo più ripide e di lunga percorrenza pedonale. Difficoltà per ogni persona fisica, figuriamoci per chi ha con sé valigie, passeggini o per chi, meno fortunato, ha impedimenti di carattere motorio. Non un solo ascensore funzionante, non un solo nastro trasportatore, non una scala mobile. Non lo si può tollerare a Isernia e Venafro, figuriamoci a Termoli e soprattutto in piena estate. Scene da “blog”, premiata trasmissione che mostra le stranezze della vita, si manifestano quotidianamente da mesi e nonostante le sollecitazioni verso la proprietà – le Ferrovie dello Stato – tutto è fermo alla fatica immane di chi vorrebbe godersi di un pizzico di felicità molisana.
L’allora sindaco Roberti, oggi presidente della Regione Molise, ebbe a presentare un esemplare progetto di riqualificazione urbana che tuttora include una modernizzazione dell’intera area ferroviaria. Come ben si sa le cose belle devono aspettare i tempi della burocrazia e l’interpretazione dei sogni di chi vive di romanzi e non di sciagure. Questo di certo non denota bene ma l’elementare e indispensabile pillola per passare la nottata ancora vivi, non può lasciarsi sul comodino di chi non ne ha bisogno e soprattutto di chi non vive disagi e problemi quotidiani. Il Molise è regione da assedio e di scarsa considerazione. Nei trasporti lo si nota giornalmente. Treni che si fermano, che non offrono comodità di viaggio a causa di rotture, che a volte dimenticano di partire o arrivare, che trascurano il caldo privando i viaggiatori assiepati di aria condizionata o di possibile areazione a causa del blocco dei finestrini e che affermano l’inefficienza del trasporto pubblico o la carenza di servizi, non di certo fungono da democrazia della mobilità attiva. Si può accettare persino trovare tabelloni che indicano treni in partenza per una RoccaRav di cui si conosce poco e niente nello sgomento di viaggiatori in cerca di un treno per Isernia o Campobasso; ma non di certo vedere persone esauste da viaggi interminabili, affannarsi per il carico che non viene defaticato con l’aiuto di ascensori o apparati atti a sollevare le genti dall’oblio della “sarda da soma” che ne penalizza anche la non necessaria e inappropriata “bestemmia”. Sarà il 2024 ma l’anno della transumanza da soma, patrimonio Unesco, non può essere l’alibi della sistemica inefficienza che il Molise subisce da chi è preposto a far fermare i Freccia Rossa nella stazione. Non di certo saranno i “Fratini”, deliziosi uccelli migratori a bloccare gli ascensori ma, questa è verità assoluta, la poca incidenza alla decenza che Molise soffre per essere colpevole di una bellezza mozzafiato. Le bellezze, si sa, fanno gola a molti ma, come tutte le cose belle, garantiscono invidia e rigetto, se non corrisposte nella voglia di farle proprie. Forse è il caso di esibirle tutte e nel mostrarsi così come madre natura ci vuole, meglio senza vesti che essere depredati della stessa ma bella nudità. Quindi? Che si modelli subito un abito nuovo affinché tornino a funzionare gli ascensori o la nudità diventerà scabrosa.
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