Sono stati trasferiti i tre detenuti che ieri si sono resi protagonisti di atti di violenza nella casa circondariale di Campobasso. Ne dà notizia Matteo Del Re, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che commenta: “Non c’è stata alcuna rivolta in carcere. Praticamente, due detenuti facinorosi hanno creato dei disordini all’interno, malmenando un altro ristretto e coinvolgendo anche un poliziotto, che cercava di portare alla ragione gli stessi. Uno di questi detenuti è salito sul tetto del carcere. E poi l’opera di mediazione della Polizia Penitenziaria lo ha convinto a scendere. Un grave episodio, certo, paradossalmente nella quotidianità delle carceri, ma nessuna rivolta”. Del Re denuncia che “da tempo il SAPPE denuncia che la situazione a Campobasso è esplosiva, ci sono quasi il doppio dei detenuti (160/170 presenti a fronte di 100 posti letto) e vi è una forte carenza di organico: in più non c’è un Comandante titolare e l’attuale Direttore non è titolare ma reggente. La carenza è dovuta ad un esiguo numero di colleghi trasferiti con interpello ordinario e ad un cospicuo numero di colleghi in congedo prepensionamento, senza contare le assenze giustificate e legittime”.
“Nel carcere di Campobasso, dunque, non c’è stata alcuna rivolta. C’è stata sì la folle protesta di tre detenuti, ma la situazione è sempre stata sotto controllo e la Polizia Penitenziaria ha fatto di tutto per far tornare la ragione ai tre, con una preziosa e fondamentale opera di mediazione che si è rivelata risolutiva. Certo è che chi diffonde queste false notizie è un irresponsabile”, conclude Del Re.
“Il SAPPE”, commenta Donato Capece, segretario generale, “esprime vicinanza e solidarietà al collega contuso ed esprime il proprio compiacimento al Personale che ha operato, a riprova della professionalità e attaccamento al dovere delle donne ed uomini della Polizia Penitenziaria del carcere di Campobasso, vero”carcere di frontiera” per le critiche condizioni operative e strutturali in cui versa”. Il leader del SAPPE conclude ricordando che “sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.
“Basta! Siamo noi a non poterne più da questa situazione di diffusa illegalità: siamo a noi a doverci chiedere dove è lo Stato!”, conclude Capece.
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