Il Castello Carafa è una delle principali attrazioni di Ferrazzano e luogo di interesse per i turisti. Situato nella parte alta del borgo, a 872 metri sul livello del mare, vi si accede da piazza Spensieri.
Da alcune settimane il castello è al centro del dibattito, in paese, per via della decisione assunta dai proprietari di chiudere al pubblico l’accesso al cortile. La fortezza, infatti, è privata, per quanto tutelata dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise. In particolare all’interno sono presenti sette unità abitative e due locali deposito. Fra questi anche un b&b.
Gli abitanti del paese e i visitatori, fino a poco tempo fa, avevano la possibilità di attraversare liberamente il portone, che era sempre aperto, e sostare nell’androne, nell’atrio e nel cortile. E’ quanto ricorda Carmine Fratianni, un residente del borgo, che con ostinazione e in maniera quasi plateale, affidandosi a lettere indirizzate all’amministrazione comunale e post su Facebook, sta portando avanti una battaglia a nome della comunità, convinto che la fruizione pubblica di quella parte del sito storico sopra descritta sia un diritto sacrosanto.
Ma prima di curiosare nel passato, guardiamo al presente. Perché il cortile non è più accessibile ai visitatori?
A spiegarcelo è il sindaco Vincenzo Sforza. “Di recente il portone è stato ristrutturato e con l’occasione è stato chiuso. Il motivo per cui non è stato riaperto è da cercare nell’esasperazione a cui sono arrivati i proprietari. La colpa sarebbe infatti dell’inciviltà di alcune persone. Spesso capitava che qualcuno portasse lì i propri cani per fargli fare i bisogni”.
Per colpa di pochi, in sostanza, hanno pagato tutti. E ora è polemica in paese.
Una polemica che, come detto, è rappresentata soprattutto da un cittadino di Ferrazzano, che per ribadire l’appartenenza del luogo al popolo ha contestato una parte delle descrizioni storiche ufficiali ed è arrivato a sostenere che vi siano le condizioni per esercitare l’usucapione. Questione che merita sicuramente il parere di un esperto.
“Una lapide ricorda che il castello è stato (ri)costruito dal barone Gerolamo Carafa. Non è vero. Il Carafa non ha mai toccato una pietra di esso. Le pietre del castello raccontano la fame, il sudore, la rabbia, la disperazione e anche il sangue versato dai semi-schiavi che erano gli abitanti di allora di Ferrazzano, costretti dalle leggi feudali e dalla prepotenza a vivere e lavorare per l’interesse del barone. Loro hanno costruito il castello: i ferrazzanesi del tempo. Il Comune aveva pure concordato il suo acquisto, negli anni ’50. Le lungaggini burocratiche relative al mutuo impedirono l’operazione. Il castello venne venduto in più lotti ai privati”. E’ la parte iniziale della lettera indirizzata all’amministrazione.
Il Castello Carafa è noto però anche per altri nomi illustri. Come quello dei De Curtis, il cui sangue scorreva anche nelle vene dell’indimenticabile Antonio De Curtis, in arte Totò.
I De Curtis sono una nobile famiglia originaria di Ravello decorata della Contea di Ferrazzano.
Il ramo napoletano originario di “li Curti” casale di Sant’Arcangelo di Cava de’ Tirreni discende dagli imperatori di Bisanzio, ed è iscritto nell’albo d’oro della Nobiltà Italiana con il titolo di Principe, ed Altezza Imperiale, nella persona di Liliana de Curtis quondam Antonio (Totò), quondam Giuseppe.
Nel 1617, Scipione De Curtis fu “Regio Consigliero di Capitanata” e visse nel Castello di Ferrazzano.
Liliana De Curtis, Contessa di Ferrazzano, nel 1999 ne ha ricevuto la cittadinanza onoraria. Due anni fa, in occasione della sua morte, scrivemmo un articolo proprio sul legame con il borgo molisano, di cui riportiamo un tratto:
«Già nel secolo scorso la ricostruzione dell’albero genealogico nobiliare di Totò portò a scoprire alcune sue radici giungere fin da queste parti, al punto che la figlia del grande maestro della comicità italiana, su richiesta, venne simbolicamente insignita del titolo di “contessa di Ferrazzano” dalla Repubblica di San Marino (in quanto la Repubblica Italiana non poteva più farlo). Molti anni dopo, precisamente nel 1999, venne invitata e partecipò alla rassegna “C’era una volta in Ferrazzano”, durante la quale venne esaudita la sua richiesta di far proiettare il film “Signori si nasce”, uno delle tantissime celebri pellicole in cui il padre è protagonista. In quell’occasione l’allora sindaco Michele Notartomaso conferì a Liliana De Curtis la cittadinanza onoraria».
Tra nobili e attori, Ferrazzano riesce sempre a prendersi una parte da protagonista. E questa storia sembra comunque destinata ad avere un lieto fine. E’ lo stesso sindaco Sforza a lasciarlo intendere. “Come amministrazione ci siamo attivati e stiamo mediando con i proprietari. Più di qualcuno si è reso disponibile a trattare la riapertura del castello e stiamo cercando di arrivare quanto prima ad una soluzione”.
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