Il carcere di Campobasso è al collasso. La Camera Penale di Campobasso ha promosso in collaborazione con l’associazione ‘Nessuno tocchi Caino’ una visita nell’istituto di pena nel capoluogo. Resoconto: sovraffollamento di detenuti del 200% rispetto alle capacità della struttura e personale della Polizia Penitenziaria in evidente sotto organico, che dovrà fare i conti con pensionamenti in arrivo e ferie estive. Anche se la realtà di Campobasso appare un po’ meno critica da un punto di vista gestionale, rappresenta comunque lo specchio dei grandi istituti penitenziaria del Paese.
Le celle sono strette, i detenuti sono ammassati anche in tre laddove dovrebbe essere presente una sola persona. Le stanze per la socializzazione ed eventuali hobby sono molto piccole perché ricavate da ex celle. Ci sono persone che potrebbero usufruire di misure alternative perché hanno pochi mesi ancora da scontare ma che da tempo sono in attesa di risposta. Tempistiche lunghe anche per chi chiede colloqui con il Serd o lo psichiatra.
Come ha evidenziato il presidente della Camera Penale di Campobasso, l’avvocato Mariano Prencipe, i dati sono in peggioramento rispetto ad alcuni mesi fa. La presidente di Nessuno tocchi Caino, Rita Bernardini, ha puntato il dito contro il Decreto Sicurezza, che prevede alcune proposte che calpestano la dignità umana, e ha portato l’esempio di due uomini noti che hanno lottato per i diritti dei detenuti, Marco Pannella e Papa Francesco.
Intanto, da maggio partiranno alcuni corsi che potranno essere seguiti dai detenuti, come quello per pizzaiolo. Nessuno, tuttavia, sarà qualificante e non verrà pertanto rilasciato un attestato.
Infine un appello ai cittadini affinché consideri il carcere come un luogo non separato dalla realtà.
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