Venerdì 7 aprile alle ore 18,30 all’auditorium del Palazzo GIL, in Via Milano a Campobasso, la prima parte della terza edizione di Poietika conclude il suo ciclo sul tema de ‘la parola e la terra’. L’incontro sarà declinato al femminile con il dialogo tra la poetessa Patrizia Valduga e Valentino Campo, nella sua accezione materica e ctonia, grembo materno e corpo che respira. Patrizia Valduga è nata nel 1953 a Castelfranco Veneto. Vive a Milano.Ha pubblicato Medicamenta (Guanda 1982), Medicamenta e altri medicamenta (Einaudi 1989), Donna di dolori (Mondadori 1991), Requiem (Marsílio 1994), Corsia degli incurabili (Garzanti 1996), Cento quartine e altre storie d’amore (Einaudi 1997), Prima antologia (Einaudi 1998), Quartine. Seconda centuria (Einaudi 2001), Lezione d’amore (Einaudi 2004), Il libro delle laudi (Einaudi 2012). Ha tradotto John Donne, Molière, Crébillon fils, Mallarmé, Valéry, Shakespeare e Kantor. Nel 1988 ha diretto per un anno la rivista “Poesia”.
Biografia
Patrizia Valduga è una poetessa e traduttrice italiana nata a Castelfranco Veneto il 20 maggio 1953. Dopo aver frequentato il liceo scientifico, si iscrive alla facoltà di Medicina che lascia dopo tre anni per passare a quella di Lettere a Venezia, dove per quattro anni segue i corsi di Francesco Orlando, docente e critico letterario palermitano. Nel 1981 inizia la sua relazione con il poeta e scrittore Giovanni Raboni che durerà fino al 2004, anno della morte del poeta. Nel 1982 esordisce con la raccolta Medicamenta dove sfoggia le particolarità della sua ricerca sul linguaggio, come osserva Luigi Baldacci: «La Valduga […] ha fatto sua la crisi di linguaggio della poesia moderna […] è un poeta che parla con la crisi, servendosene». La sua “capacità di canto e di strazio” culminerà nella raccolta La tentazione del 1985 e nelle poesie che verranno aggiunte in Medicamenta e altri medicamenta (1989). Nel 1988 fonda la rivista Poesia e la dirige per un anno. Nel 1991 pubblica il poemetto Donna di dolori che è portato sulle scene da Franca Nuti e vince il Premio Eleonora Duse nel 1992. Nel 1994 pubblica la prima edizione di Requiem, libro da considerarsi in fieri da quasi dieci anni. Il volume raccoglie poesie scritte per la morte del padre (1991) e il 2 dicembre di ogni anno, dal 1992, una nuova ottava si aggiunge alle ventotto precedenti, sinonimo del simbolico ritrovo dell’autrice con la figura paterna ma anche un racconto della sua costante solitudine interiore. Nel 1996 l’autrice si destreggia con il sirventese del Duecento, scrivendo il poemetto Corsia degli incurabili proprio quando sembra essere totalmente concentrata sulla tematica dell’incombenza della morte. La differenza fondamentale tra l’uomo e la donna durante un incontro amoroso è, invece, al centro di Cento quartine e altre storie d’amore (1997), seguito da Quartine. Seconda centuria (2001) e Lezioni d’amore (2004). Proprio in quest’ultimo lavoro ritorna l’ossessivo contrasto del desiderio e allo stesso tempo del suo rifiuto, riflesso nel lessico utilizzato dall’autrice: appellativi di matrice edipica (bimba-papà) contrastano con le minacce e la sopraffazione fisica fino ad arrivare alla confusione di dolore e godimento. Nel 2006 Valduga firma la postfazione alla raccolta postuma di Giovanni Raboni Ultimi versi e dopo anni di silenzio a causa della morte di lui pubblica il Libro delle laudi, autoanalisi tra biografia, psicologia e letteratura, dove la poetessa accetta la scomparsa del marito facendo riferimento, come dimostra il titolo dell’opera, ad autori come San Francesco e Jacopone Da Todi. L’autrice vive attualmente a Milano. Nel 2010 le è stato assegnato il Premio Caprienigma per la letteratura.