Angelo Borrelli è tornato in Molise per fare il punto della situazione nei paesi dello sciame sismico. A Montecilfone, al Centro Operativo Comunale diposto per l’emergenza, il capo della Protezione Civile nazionale ha ribadito quanto detto due giorni fa in Prefettura a Campobasso. “Il terremoto non è prevedibile, le scosse continuano e gli esperti ci dicono che è aumentata la possibilità che ci possa essere una scossa ancora più forte, perciò dobbiamo regolarci di conseguenza”. Parole che non certo tranquillizzano la popolazione, soprattutto coloro che stanno passando la notte in auto o nelle tende in attesa del completamento delle verifiche o semplicemente che la situazione si calmi. Il messaggio che però Borrelli vuole fare passare è la consapevolezza di trovarci in un luogo sismico e che bisogna regolarsi di conseguenza. Ribadito inoltre la richiesta dello stato di emergenza che presenterà la Regione al Consiglio dei Ministri. Intanto il sindaco Franco Pallotta ha emanato un’ordinanza per la demolizione del serbatoio comunale dell’acqua, lesionato per via delle scosse, a conferma di quanto annunciato nei giorni scorsi. Il documento è stato inviato, tra gli altri, al presidente della Regione, Donato Toma, e al commissario dell’Azienda speciale regionale ‘Molise Acque’ proprietaria della struttura, alta quasi trenta metri. Il provvedimento è stato emesso a seguito della relazione dell’ingegnere Giovanni Di Iorio nella quale è scritto che “è indispensabile l’abbattimento e la demolizione del serbatoio”. Proseguono intanto le verifiche nelle abitazioni private del paese. Sono 405 le richieste di interventi e sono salite a 35 le case inagibili. A Palata, invece, è parzialmente inagibile la Caserma dei Carabinieri, mentre sulla scuola saranno le famiglie dei bambini a scegliere in quale dei due edifici presenti in paese attivare le lezioni alla riapertura dell’anno scolastico. (foto Ansa)
Premier Conte telefona a Toma. «Devo dire che c’è stato un grande sforzo da parte di tutti – ha sottolineato Borrelli – a partire, ovviamente, dal prefetto, dal presidente della Regione, dalle strutture, dai sindaci. La macchina funziona, ieri sera abbiamo assistito trecentoquaranta persone in tutta l’area e continueremo ad assisterle fin quando non finirà questo sciame sismico». Circa il riconoscimento dello stato di emergenza, Borrelli è stato molto chiaro. «La Regione fa bene a chiedere la dichiarazione dello stato di emergenza, noi la istruiremo e al primo Consiglio dei ministri utile credo possa essere valutata e deliberata anche in ordine alle prime risorse da mettere a disposizione». Da evidenziare come nel corso della mattinata, proprio mentre era in corso il sopralluogo da parte del capo della Protezione civile, il presidente Toma sia stato raggiunto telefonicamente dal premier Conte. «Il presidente del Consiglio dei ministri – ha detto Toma – ha espresso, attraverso me, la vicinanza del Governo al popolo molisano. Gli ho rappresentato in modo puntuale tutta la situazione che stiamo vivendo e devo dire che ha assunto anche un impegno morale di accorata partecipazione rispetto alle vicende molisane. Questo significa che le istituzioni, anche a livello nazionale, ci sono vicine e sono particolarmente sensibili al problema che stiamo vivendo». Al termine della riunione operativa, Borrelli è salito sull’elicottero ed è partito alla volta di Roma, mentre il presidente Toma si è intrattenuto con gli ospiti della tendopoli con i quali ha consumato un veloce pasto. «Oggi ho avuto la riprova di quanta umanità ci sia nei nostri corregionali che sono stati colpiti da questo brutto evento, ma anche in quanti prestano assistenza e soccorso. C’è ansia, un po’ di preoccupazione per l’immediato futuro, ma molta dignità. Devo dire che in loro è ancora ben radicato il senso dello Stato. Questo ci mette di fronte a grandissime responsabilità, soprattutto in ordine alla velocizzazione delle procedure, per far sì che queste persone ritornino quanto prima alla normalità».