Nella giornata di ieri i Carabinieri della Stazione di Montefalcone nel Sannio e dell’Aliquota Operativa del Norm della Compagnia di Termoli hanno eseguito a Campobasso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un trentenne, originario di Termoli, già sottoposto agli obblighi di dimora nel capoluogo molisano. Il provvedimento, deciso dall’Autorità Giudiziaria di Campobasso, è scaturito dagli accertamenti investigativi compiuti dai militari della Stazione di Montefalcone nel Sannio, che hanno riguardato il giovane termolese, responsabile di maltrattamenti nei confronti della propria madre. L’arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale di Campobasso.
Qualche giorno fa lo sfratto dalla Casa dello Studente. Il 30enne termolese arrestato ieri a Campobasso dai Carabinieri di Montefalcone nel Sannio per maltrattamenti in famiglia nei confronti della madre era stato sfrattato qualche giorno fa dalla Casa dello Studente per aver accumulato, dal 2014, una morosità di circa 10mila euro verso lo Iacp. In suo sostegno intervengono oggi i rappresentanti degli studenti del Target Unimol. “Abbiamo appreso dagli organi di stampa l’epilogo della storia del ragazzo moroso verso lo IACP. Studente di Giurisprudenza con una situazione difficile alle spalle. Leggiamo sui giornali che è stato condotto in carcere per aver usato violenza contro la madre. Per chi lo conosce e sa quanto abbia sofferto e quanto sia di cuore questo ragazzo, non può immaginarlo usare violenza contro nessuno. Per aver fatto qualcosa del genere significa che è davvero in difficoltà e va aiutato. Il carcere potrà temprarlo per un po’ ma non vediamo come possa aiutarlo ad uscire dalla sua situazione, crediamo vada assolutamente affidato ad una struttura specializzata per il suo recupero psicologico e personale. Chiediamo anche all’Università e all’Ente per il Diritto allo Studio della Regione Molise di attivarsi per supportare il recupero di questo studente e il suo ritorno alla normalità al fine di concludere gli studi. Siamo consapevoli che il mondo è fatto di competizione e vince solo chi è più adatto all’ambiente e gli interventi di supporto non si possono intendere mirati per singoli casi, ma questo ci sembra davvero doveroso di attenzione per poter dare, in maniera completa, una seconda possibilità al nostro amico“.