Nel mentre le imprese edili non vengono pagate e nel mentre cadono nel vuoto le manifestazioni di disappunto dell’ACEM sull’aggiudicazione di numerosi appalti ad imprese di fuori, in altre Regioni bene hanno pensato gli Enti appaltanti di prevedere sfacciatamente nei bandi clausole che tagliano le gambe alle imprese che non sono del posto. Per questo, mediante una nota con tanto di allegati, a firma del Presidente Corrado Di Niro, l’ACEM ha segnalato stamattina al Presidente dell’ANAC Raffaele Cantone alcuni Bandi i quali contengono elementi di localizzazione territoriale, con effetti escludenti o con valore discriminante rispetto ad altre imprese. In particolare, un bando di un Comune del Friuli, ai fini dell’individuazione dei criteri per la selezione delle ditte da invitare ad una procedura negoziata, stabilisce un punteggio notevolmente maggiorato per le imprese aventi sede in un raggio fino a 50 Km rispetto al luogo di esecuzione dei lavori e punteggi via via più bassi per distanze maggiori, fino ad un punteggio pari a 0 (zero) per le imprese con sede oltre i 200 Km. Allo stesso tempo, nelle Marche alcuni bandi segnalati quest’oggi all’ANAC stabiliscono che il concorrente deve produrre un documento di accordo-offerta con un fornitore di materiale bituminoso con l’impianto di confezionamento con sede in un raggio di massimo 80 Km dal cantiere. “Nella nota abbiamo chiesto che l’ANAC faccia definitivamente chiarezza sulle clausole che avvantaggiano le imprese locali, per cui se sono illegittime intervenga immediatamente su queste procedure e se viceversa sono legittime lo dica esplicitamente, affinché anche in Molise si possa fare altrettanto per tutelare le imprese locali” dichiara il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro.
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