Martedì 16 maggio alle ore 21 al Seminario Vescovile in Piazza Sant’Antonio di Termoli, la Diocesi di Termoli-Larino, il Circolo dei Lazzari, l’Associazione Liberi di Costruire e l’Associazione Le Tende della Solidarietà promuovono un incontro dal titolo: “Cristiani in Medio Oriente: fede, odio, indifferenza” allo scopo di “essere con loro”, con le comunità dei cristiani d’Oriente, sconfiggendo la colpevole indifferenza e l’abitudine con cui tante volte guardiamo giornali e TV, senza cogliere il legame che tutto ciò ha con la nostra vita. Sommersi e sgomenti, come tutti, dalle notizie che giungono dal Vicino Oriente, ci siamo chiesti: “Cosa sappiamo della guerra civile che sta insanguinando la Siria? Quali equilibri sono possibili? Dove nasce l’Isis e come si sta sviluppando? Chi massacra i cristiani e perché? E io cosa c’entro con questo? E anche, molto concretamente: cosa posso fare per loro?” Per tentare di rispondere a queste domande l’associazione Liberi di Costruire ha invitato Naman Tarcha, siriano d’origine, nato ad Aleppo da una famiglia cristiana. Scrittore ed affermato giornalista, è uno dei volti Babel Tv (presente sulla piattaforma Sky al canale 141), è redattore di Babzine, programma d’informazione ed approfondimento quotidiano condotto da quattro giovani redattori provenienti da paesi e culture differenti che vivono in Italia, ha un blog su IlFattoQuotidiano.it, collabora con l’agenzia d’informazione Zenit. “Attraverso la sua testimonianza e la sua analisi dei fatti – dicono dall’associazione – vogliamo essere aiutati a capire di più, a non fermarci all’apparenza e a scendere alla radice della questione, non accontentandoci delle mezze notizie dei tg e dei giornali”.
“Quando regna il caos, i lupi escono e vanno in giro a cercare altre prede, anche nel nome della religione, e uccidono non solo gli innocenti, ma anche il senso del vivere insieme, la spiritualità e il messaggio pacifico. La cosa più grave non è solo il gesto violento che si manifesta uccidendo, tagliando gole, decapitando innocenti, ma il fatto che ciò venga fatto nel nome di Dio, e di una religione di milioni di persone” (Naman Tarcha).