Interessante faccia a faccia questo pomeriggio tra i candidati alla carica di sindaco per la città di Campobasso presso il Museo dei Misteri.
Maria Domenica D’Alessandro ha replicato duramente all’antagonista Battista che rispetto alla domanda sui cambiamenti all’interno della macchina amministrativa – che sarebbero necessari e urgenti poiché finora fallimentari – ha ribadito di voler proseguire così come operato finora. E quindi l’intenzione di conservare la figura del city manager che alle casse comunali costa 200mila euro all’anno e ha anche annunciato l’affidamento del settore urbanistico e di quello degli appalti ad altri due ulteriori dirigenti.
“E’ scandaloso – ha reagito la D’Alessandro – perseverare in errori che hanno portato la città al disastro. Trovo sia un’azione da irresponsabili e incoscienti. Anche se, dopo la riprovevole mossa del bando Sea promulgato a pochi giorni dal voto, da questa amministrazione targata Battista mi aspetto di tutto. I cittadini, però, non sono stupidi. Anzi.
Personalmente, nel momento in cui avrò l’onore di indossare la fascia da sindaco andrò in discontinuità con quanto invece svolto finora. Adotterò lo spoils system misto anche al merit system perché – non mi stancherò mai di ripetere – chi merita deve essere valorizzato”.
Altro tassello importante su cui la D’Alessandro la lasciato intendere che vigilerà con attenzione è quello relativo agli appalti.
Perplessa di fronte alla vicenda del bando che riguarda il completamento della Tangenziale e rispetto al quale molti imprenditori hanno sollevato dubbi e incertezze, la candidata del centrodestra ha già dato per certe due azioni.
La prima: affidamento degli incarichi discrezionali, a rotazione, e soltanto ad imprese del Molise.
La seconda: “chiederò puntualmente le valutazioni dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) sulle procedure avviate e dubbie”.
Infine un passaggio rispetto a quanto dichiarato dal candidato Antonio Battista costretto ad accendere un mutuo di due milioni di euro per il rifacimento dell’asfalto e a spendere seimila euro per i palloncini di allestimento in occasione del Giro d’Italia.
“Trovo certe azioni sconsiderate. Non si può arrivare alla fine di un mandato elettorale e non aver avuto la capacità gestionale di serbare il necessario per interventi di manutenzione che – e non mi stancherò mai di ripeterlo – sarebbero dovuti essere ordinari. Se lo fossero stati, avrebbero avuto costi molto meno onerosi per le casse della pubblica amministrazione”.
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