Sarà il rotocalco di Rai Uno Porta a Porta condotto e ideato dal noto giornalista Bruno Vespa, in seconda serata, questa sera, alle ore 23.30 su Rai Uno, ad ospitare la Storia di Vita Vocazionale di don Nicola Pacetta. Accompagnato dalla famiglia, dalla moglie dai figli e dai 6 nipoti, don Nicola diventa sacerdote all’età di 73 anni dopo un percorso vocazionale maturato con la morte della moglie Giuliana Ruffo (19 ottobre 2011) che gli ha cambiato la vita. Ospiti della serata saranno l’arcivescovo Metropolita di Campobasso Boiano S.E. mons. GianCarlo Bregantini, il neo presbitero Don Nicola Pacetta, la figlia Elena Francesca Pacetta e il figlio Davide Domenico Pacetta che racconteranno il cammino vocazionale di don Nicola, marito, genitore, nonno, ora sacerdote.
Nicola Pacetta nasce a Guardiavalle in provincia di Catanzaro il 3 luglio 1946; ex contabile delle Ferrovie dello Stato in pensione, viene ordinato sacerdote l’11 maggio 2019, a Campobasso presso la parrocchia di Sant’Antonio di Padova per imposizione delle mani dal vescovo mons. GianCarlo Bregantini. Don Nicola celebra la sua prima messa il 12 maggio a Campolieto e a Matrice , in provincia di Campobasso, dove assume il ruolo di vice parroco assieme al parroco don Giacomo Piermarini. La sua dimora è presso il Seminario diocesano Redemptoris Mater di Sepino nel quale vive in comunità con altri presbiteri e seminaristi. Domenica scorsa, 19 maggio, don Nicola celebra la sua prima messa a Villa S. Giovanni (RC) dove egli ha vissuto con la moglie e con i figli. La vocazione di Nicola Pacetta risale alla giovinezza, quando entra in un seminario francescano fino al noviziato, grazie alla fede della madre che lo ha accompagnato sin da bambino attraverso la lettura della rivista di informazione e cultura religiosa “il Messaggero” di Sant’Antonio.
Dopo il noviziato, don Nicola sceglie la strada del matrimonio, ma sempre, sorretto dall’amore di Dio. Il cammino vocazionale, guidato dai Catechisti formatori (Neocatecumenali) è durato circa 43 anni, un cammino distinto e sorretto dall’amore di Dio. L’amore coniugale si è trasformato in dedizione, guida e testimonianza per le giovani coppie che hanno costituito, a loro volta, numerose famiglie. Un segno “della fedeltà di Dio” chiosa don Nicola, perché “Dio promette e realizza e noi siamo testimoni delle Sue opere”.