Attuare una serie di azioni mirate a recuperare e conservare la trota mediterranea (salmo macrostigma) nel suo habitat in due bacini fluviali della Regione Molise, il Biferno e il Volturno attraverso tecniche innovative che non intaccano l’ecosistema come la riproduzione artificiale con seme congelato in associazione di schemi di fertilizzazione. Questo l’obiettivo principale del progetto Life Nat.Sal.Mo, un progetto finanziato dalla Comunità europea. Oggi questa è un specie a rischio estinzione in Italia, una volta molto diffusa nei bacini fluviali di molte regioni, minacciata da diversi fattori di origine umana e rischia di sparire, a danno del nostro patrimonio di biodiversità e dell’equilibrio degli ecosistemi naturali tipici del Belpaese. Grazie alla collaborazione tra l’Università del Molise – Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti (capofila del progetto), il Comune di Oratino, il Comune di Rocchetta a Volturno, Legambiente, l’associazione Mediterranean Trout Research Group (MTRG), la Regione Molise, lo STUDIOGIULIANO Srl, l’Università di scienze agricole e medicina veterinaria Ion Ionescu de la Brad di Iasi e l’Università Lucian Blaga di Sibiu in Romania, le due popolazioni native principali presenti nel Biferno – popolazione adriatica con caratteristiche genetiche condivise con la trota marmorata del bacino padano (S.marmoratus), – e nel Volturno – popolazione nota per il “fenotipo tigrato” – saranno oggetto di diverse attività mirate alla tutela e alla implementazione delle popolazioni selvatiche locali. Questi esemplari, infatti, subiscono numerose minacce tra cui un impoverimento genetico con perdita della variabilità genetica originale dovuta all’introduzione, a fini sportivi, di ceppi di trote domestiche originarie del Nord Europa in grado di ibridarsi progressivamente e permanentemente con le popolazioni native. Significativo anche il fenomeno della perdita dell’habitat di riproduzione della specie, dovuta alla presenza di barriere, interventi e manufatti di natura umana che ostacolano la risalita del fiume da parte degli individui riproduttori, alterando il loro ciclo vitale e la presenza di rifiuti lungo il letto dei fiumi che altera le zone riproduttive, senza dimenticare le conseguenze della scarsa regolamentazione della pesca, che non tutela la specie nemmeno nel giusto periodo riproduttivo. Alla presentazione del progetto, presso l’Assessorato alle Politiche Agricole e Tutela Ambiente della Regione Molise, hanno partecipato: l’assessore alla Pesca Nicola Cavaliere, Raffaele Coppola, Direttore Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti dell’Università del Molise, Nicolaia Iaffaldano Project manager Nat.Sal.Mo dell’Unimol, Stefano Esposito, ittiologo MTRG, Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette e biodiversità Legambiente, il sindaco del Comune di Oratino Roberto De Socio, Giuseppe Giuliano dello Studio Giuliano. “La gestione della trota e dei Salmonidi a livello internazionale rappresenta un settore di grande rilevanza economica – ha dichiarato Nicolaia Iaffaldano. – In questo progetto l’uso di tecniche innovative, le collaborazioni tra mondo scientifico, amministrativo e associazionismo permetterà di creare un nuovo modello di conservazione e di gestione delle risorse selvatiche da trasferire in altri paesi europei. Il modello progettuale sperimentato in Molise per la trota nativa sarà un esempio di innovatività, buone pratiche, trasferibilità e di sostenibilità”. “Si tratta di un progetto ambizioso e virtuoso, che unisce presente e futuro perché l’innovazione viene messa al servizio della difesa della natura e della biodiversità – ha sottolineato Cavaliere. – Ciò è perfettamente in linea con la missione del mio assessorato, ovvero tutelare e valorizzare le ricchezze del nostro territorio guardando però all’utilizzo di strumenti e metodologie all’avanguardia. Il Molise riparte da qui, anche dalla capacità di difendere il suo patrimonio attraverso la giusta sinergia tra vari enti, istituzioni, risorse e discipline”. Nel corso del progetto, che durerà fino a marzo 2023, verranno messe in campo attività mirate a limitare il fenomeno di ibridazione introgressiva delle popolazioni native, favorendo l’accesso ai siti riproduttivi solo ai riproduttori selvatici nativi e bloccando presso stazioni fisse gli esemplari ibridi e i non nativi. Verrà ricostruito l’habitat della trota mediterranea tramite il recupero dei siti di riproduzione, aumentando la connettività tra i bacini e promuovendo la connessione ecologica tra i SIC all’interno dell’area di interesse; si rimuoveranno i rifiuti nelle aree di progetto e si attiveranno studi per identificare le possibili cause di inquinamento e contribuire a espandere l’areale della trota mediterranea nell’area interessata. L’obiettivo del progetto verrà perseguito utilizzando tecniche di riproduzione altamente innovative ed efficaci, tramite l’uso di seme congelato e di nidi artificiali per facilitare l’incubazione delle uova. Metodologie che saranno esportate anche nei siti di replicabilità in Romania per le popolazioni selvatiche di specie affini. Anche il settore della pesca ricreativa – alcune associazioni di pesca locali hanno contribuito a creare le condizioni affinché si potesse ideare il progetto – sarà coinvolto nelle azioni di progetto con la partecipazione al monitoraggio degli spostamenti degli esemplari marcati e il supporto nelle attività svolte sul fiume. Inoltre, l’aggiornamento delle le norme di pesca correnti, considerando le caratteristiche bioecologiche ed etologiche della popolazione nativa e l’inclusione delle associazioni locali dei pescatori nella firma di contratti di fiume, garantirà la sostenibilità dell’attività sportiva e la condivisione delle misure di conservazione, in modo da generare anche un ritorno socio-economico positivo per le parti coinvolte. Verrà valutata la replicabilità delle metodologie sviluppate nel corso del progetto in altri paesi membri dell’UE, anche con specie diverse dalla S. macrostigma. E’ già in programma il trasferimento dei metodi di conservazione innovativi sviluppati nel territorio Molisano da applicare al Salmone del Danubio (Hucho hucho) all’interno del Parco Nazionale dei Monti di Maramures in Romania, grazi al partenariato con le due Università rumene coinvolte. La valorizzazione della biodiversità passa anche per la sensibilizzazione del pubblico generalista, degli abitanti della regione e degli studenti cui verranno dedicati apposti workshop e seminari. “Attraverso la collaborazione attiva della società civile, delle associazioni locali e dei diretti fruitori delle risorse fluviali, porteremo avanti un’opera di sensibilizzazione che sarà in grado di generare un aumento della consapevolezza del valore ambientale di questa regione e del suo patrimonio di biodiversità con un ritorno socio-economico positivo importante per il successo del progetto a lungo termine e per la sua replicabilità in Europa”, ha dichiarato Nicoletti. I risultati attesi al termine del progetto saranno decisivi non solo per la salvaguardia della specie oggetto del Life ma riguarderanno positivamente la comunità e il territorio attraverso il loro coinvolgimento attivo e la partecipazione degli stakeholder al processo decisionale tramite la sottoscrizione di due contratti di fiume con piani d’azione dettagliati. Nello specifico, il Life NatSal.Mo punta a far diminuire il grado di introgressione genetica nell’area del progetto di oltre il 66% e ad aumentare le aree di riproduzione disponibili di almeno il 25%. La variabilità genetica delle popolazioni native sarà mantenuta utilizzando il seme congelato, mentre l’areale di S. macrostigma aumenterà di almeno il 25% con una produzione di almeno 50.000 uova/anno. Verrà realizzata la prima criobanca del seme delle popolazioni native di trota Mediterranea con alta variabilità genetica, e queste metodologie innovative (crioconservazione del seme e nesting thecniques) sviluppate nel Life Nat.Sal.Mo saranno rese disponibili anche per altre specie in altri paesi europei, oltre alla già prevista applicazione sul territorio rumeno per la popolazione selvatica di salmone del Danubio Hucho hucho.
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