Una importante partecipazione all’incontro promosso in settimana dalla Fondazione Giovanni Paolo II a San Giuliano del Sannio in collaborazione con gli Amici della Cattolica del Molise e l’Associazione Insieme. “Ci impegniamo molto sul territorio per promuovere la prevenzione delle malattie oncologiche e cardiovascolari”, ha commentato Mario Zappia, direttore generale, nell’introdurre i lavori. “Con grande piacere torniamo a San Giuliano, per un incontro di carattere culturale, che orami è diventato un appuntamento fisso e atteso dalla comunità”. Anche l’amministrazione comunale con il sindaco Angelo Codagnone ha rivolto il suo saluto, ringraziando gli organizzatori per aver promosso l’evento. Negli ultimi anni sono stati compiuti passi da gigante nel campo delle malattie oncologiche. “Una buona prevenzione, insieme a una diagnosi precoce, costituiscono ancora oggi l’unica vera arma vincente contro i tumori”, ha spiegato Carmelo Pozzo, direttore dell’Oncologia della Fondazione e relatore dell’evento. “Oltre la metà dei tumori vengono purtroppo diagnosticati in una fase avanzata e la diagnosi precoce spesso non è possibile o è estremamente complicata. Mentre la prevenzione primaria cerca di evitare l’insorgenza del cancro, per esempio attraverso interventi sugli stili di vita o sull’ambiente. Gli screening rientrano nella cosiddetta prevenzione secondaria, che mira a individuare la malattia quando è più facilmente curabile. Nello stadio iniziale – continua Pozzo – purtroppo il cancro non dà, in genere, segni della sua presenza e il paziente è totalmente asintomatico. Riuscire a effettuare una diagnosi in tale stadio può aumentare moltissimo la possibilità di guarigione definitiva dalla malattia. Possiamo quindi dire che uno screening riguarda una persona sana o ritenuta tale. Uno screening deve anche avere alcune caratteristiche peculiari, deve essere sicuro, accettabile in termini di rischio per il paziente e la popolazione (es. eccesso di esami rx), attendibile (sensibilità e specificità, falsi positivi e falsi negativi) e infine deve avere un costo sostenibile per la collettività. Per raggiungere questo obiettivo gli screening hanno precise regole: rivolgersi alle popolazioni a maggior rischio (fasce di età, aree geografiche, attività lavorative etc)”, ha concluso il primario. Oggi anche quando non è possibile arrivare alla guarigione, si riesce comunque in molti casi a cronicizzare la malattia, con pazienti che possono condurre una vita normale anche per molti anni. E questo riguarda tutte le principali forme tumorali, a partire dal seno, in cui ormai anche l’azione contro i carcinomi metastatici offre grandi risultati, fino a quelle del polmone e del colon retto che resta il più diffuso sia negli uomini che per le donne. Tra le novità più importanti ci sono certamente quelle relative al tumore al polmone, dove con l’immunoterapia si ottengono risultati fino a pochi anni fa impensabili. I dati presentati nell’ultimo congresso Esmo 2017 riguardano sia i pazienti con un tumore localmente avanzato, sia quelli con un carcinoma metastatico. Purtroppo ancora oggi meno del 20 per cento dei pazienti con cancro al polmone è vivo dopo cinque anni dalla diagnosi. Ecco perché c’è molto entusiasmo verso gli esiti delle nuove sperimentazioni. Grande partecipazione da parte della comunità di San Giuliano, la sala del Centro Sociale era gremita. Soddisfazione manifestata anche dal presidente dell’associazione “Insieme”, Emanuele Cappella, e dal coordinatore degli Amici della Cattolica, Geremia Carugno. Le associazioni da tempo hanno avviato una collaborazione strutturale che si rafforzerà costituendo in paese un percorso organico per la promozione della salute.
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