“Mamma e papà, amici tutti, non sono andato via: mi sono solo allontanato. E presto tornerò per abbracciarvi tutti“. Il messaggio di congedo da questa vita Gianmarco Di Vico non lo ha pronunciato con le sue parole ma è arrivato direttamente al cuore di Francesco e Lina, i suoi genitori. E così ha provato a tradurlo il suo papà, in una frase postata su Facebook al fianco di una immagine di suo figlio in sella allo stesso scooterone che guidava anche lunedì sera, quando il 20enne campobassano è andato incontro alla morte. I parenti, gli amici, tanti conoscenti hanno risposto a quella promessa, restituendo il loro caloroso abbraccio alla famiglia all’interno della chiesa di San Giuseppe Artigiano, troppo piccola oggi per contenere tutti i presenti.
Centinaia e centinaia di persone hanno assistito al rito funebre, alternando silenzi a pianti e applausi di fronte alle commoventi parole pronunciate nel corso della Messa e dell’omelia.
Fuori una sfilza di moto e motorini lungo i lati della strada che passa davanti alla chiesa attendeva l’uscita della bara, ognuno con affianco un casco poggiato sull’asfalto in segno di lutto e rispetto, lasciando trapelare un tragico deja-vù delle immagini che sono ancora impresse nella testa di tutti, anche di chi oggi non c’era.
Quando la bara bianca coperta di fiori viene portata in spalla sul sagrato, al termine della Messa, tutti rimangono fermi alcuni minuti, come a voler attendere ancora un pò, con la canzone “Sta passando novembre” di Eros Ramazzotti a fare da sottofondo. Il cielo non riesce a trattenersi di fronte a tanto strazio e inizia a piangere insieme ai presenti, ma le gocce sono solo carezze sui volti già bagnati dall’emozione e dal dolore. Ora Gianmarco può riposare. Tantissimi palloncini bianchi vengono liberati nel cielo, prima che il corteo di scooter e moto segua l’auto che trasporta il suo corpo al cimitero comunale. “Puoi raggiungere forse adesso la tua meta“, canta Ramazzotti. “Solo che tutti ora siamo un pò più soli qui“.