Ore 8.30. Tragico incidente nella notte appena trascorsa, quando da poco erano passate le 2. A perdere la vita una giovane guardia giurata dell’Ivri in servizio a Campobasso, il 22enne Enzo Casaburi, che stava effettuando il turno di vigilanza presso diverse attività fra Molise e Abruzzo, viaggiando a bordo della Citroen C3 aziendale. Lungo un viadotto della SS 652, proprio al confine fra le due regioni, nel territorio di Castel di Sangro, nei pressi del bivio per il paese, il giovane ha perso il controllo del veicolo, finendo contro il guardrail sul lato opposto della carreggiata, che ha trafitto l’auto all’altezza del parabrezza, nel punto occupato dal conducente, e fuoriuscendo dal lato sinistro del mezzo. Purtroppo lo schianto è stato fatale al ragazzo, morto sul colpo. Inutile l’intervento dei medici del 118, allertati da alcuni automobilisti di passaggio e giunti sul posto insieme ai Carabinieri e ai Vigili del Fuoco. Drammatica la scena che si è presentata agli occhi dei soccorritori, che già alla visione dell’auto in quello stato hanno temuto il peggio. Gli operatori hanno impiegato diversi angoscianti minuti per estrarre il corpo del ragazzo dalla lamiere, trasportato successivamente all’obitorio. Potrebbe essere stato un malore o un colpo di sonno ad aver fatto perdere il controllo dell’auto al giovane ma la dinamica è ancora al vaglio dei militari. Enzo Casaburi, conosciuto in Molise e in particolare a Campobasso dove lavorava per la sede Ivri del capoluogo, avrebbe compiuto 23 anni ad agosto. Originario di Mercato San Severino, in provincia di Salerno, aveva iniziato a lavorare a Campobasso ad aprile.
Sono un collega mi dispiace il nostro lavoro non e’ considerato ,lavoriamo come le altre forze del ordine facciamo avvolte servizi di ordine pubblico,agli ospedali,agli aereoporti sui bus,voglio sapere il perché noi dobbiamo essere considerati di pubblico servizio,che non e’ vero … Solo nel nostro paese esiste questa ostilità.
Ancora una volta, un’altro collega, perde la vita mentre svolge il proprio lavoro.
Come al solito se ne parlerà per qualche giorno poi ritornerà tutto alla normalità.
Io però, dopo 35 anni di servizio alle dipendenze di un’istituto di vigilanza, continuerò sempre a denunciare tante anomalie.
1) i lavoratori nei vari spostamenti notturni sono obbligati a sostenere velocità sostenute per rientrare nei parametri dettati dalle aziende;
2) le aziende impongono ai lavoratori di effettuare numeri elevati di controlli, anche a discapito della qualità del servizio;
3) Gli Organi competenti (delegati anche al controllo degli istituti di vigilanza) non entrano, in maniera incisiva, nel merito dei problemi .
Mimmo condivido con te e dico anche che sarebbe obbligatorio espletare il nostro servizio in 2 !!!!!!
Da ex collega di questa povera anima innocente, mi sento in obbligo di segnalare e indirizzare le Autorità competenti ad un attento e minuzioso controllo suo turno, orari e servizi svolti. Come spesso accade si e’ obbligati a turnI massacranti, permessi e riposi sospesi, violenze psicologiche a favore di chi si sente essere un leone, ecc…ecc… Spero che la morte di questo giovane collega non sia la solita morte inutile, sia invece monito per le Istituzioni affinché vogliano definitivamente portare alla luce tutto quello che di oscuro gira negli istituti di vigilanza quello che non viene denunciato dai colleghi per paura di ritorsioni aziendali. Io l’ho fatto, non ho avuto paura alcuna nel farlo e la Magistratura mi ha dato ragione. Denunciate abusi, segnalatemi non abbiate paura. Alla famiglia del collega deceduto vanno le mie più sentite condoglianze.
Anch’io sono un veterano e comprendo bene il dolore di questa tragedia.
Quando esco in servizio so bene che può succedere di tutto anche di non ritornare a casa.
E’ inutile, è come arrampicarsi sugli specchi ma questo lavoro è sempre stato anomalo, stressante e soprattutto non riconosciuto a dovere dalle istituzioni.
Siamo trattati come la “manovalanza” a basso prezzo della sicurezza a 360°.
Tutti si riempiono la bocca sulle sinergie con le ff.oo., ma non dicono che non siamo assolutamente allo stesso livello, siamo di serie b (anche c direi).
Oggi è toccato a questo giovane collega, domani chi lo sa?
E’ un lavoro ok ma per quello che chiede in cambio alle persone è troppo sacrificante.
Si lavora sempre da soli e a volte, si muore pure soli.