Ore 17. Udienza di merito al Tar nella giornata di oggi per discutere la sospensiva concessa dai giudici amministrativi lo scorso 8 luglio al provvedimento dei commissari alla sanità che imponevano la chiusura del Punto Nascite del San Timoteo di Termoli a partire dal primo giorno del mese corrente. Da una parte i sindaci del Basso Molise che hanno ribadito, tramite gli avvocati Massimo Romano e Vincenzo Iacovino, la necessità di mantenere il reparto aperto al fine di non violare il diritto alla salute delle mamme del territorio, dall’altra la struttura commissariale e il Ministero che hanno spiegato i motivi di sicurezza che sono alla base di tale decisione. I giudici si sono riservati sulla decisione, quindi se confermare o meno la sospensiva, e si pronunceranno nelle prossime ore (possibile che il provvedimento arrivi nella giornata di domani). Intanto al ricorso presentato contro la chiusura del Punto nascita si sono unite, con un atto ad adiuvandum, altre 13 future mamme, donne incinte che vogliono partorire all’ospedale San Timoteo. Le ricorrenti si sono affidate ai legali Laura Venittelli e Roberto Giammaria, già fondatori sul territorio regionale della Casa dei diritti e dell’associazione Konsumer. Un ricorso che va a rafforzare quello dei sindaci e delle altre mamme presentato il 5 luglio e su cui è stata ottenuta la sospensiva. Le intervenienti sono tutte partorienti presso l’ospedale di Termoli, dunque hanno interesse ad intervenire nel ricorso avverso i provvedimenti con i quali, ex abrupto, si dispone la chiusura del Punto Nascite in questione. Pertanto, avendo interesse a portare a termine la loro maternità intrapresa presso l’ospedale di Termoli. Sull’istanza di sospensione condividono e sostengo le ragioni addotte a sostegno della misura cautelare richiesta dai ricorrenti principali. “Del resto, ove non sospesa – affermano, – la decisione impugnata consentirebbe la chiusura del Punto nascita ad oggi non compiuta, determinando la privazione di un servizio sanitario essenziale per un bacino di utenza di oltre 100mila persone, anzi di gran lunga superiore in ragione dell’incremento demografico fino a circa il triplo atteso nella zona litoranea durante il periodo estivo, in assenza della benché minima previa informazione/comunicazione, nonché senza alcuna garanzia per gli utenti di poterne usufruire altrove, posto che non risulta predisposta, e comunque nei provvedimenti gravati non vi è traccia, di alcuna misura organizzativa e/o atto contrattuale e/o convenzionale idonei ad assicurare il ricovero delle pazienti molisane presso altre strutture, tanto regionali quanto extra-regionali”.
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