‘Contro il decreto Minniti/Orlando su Immigrazione e sicurezza urbana’, appuntamento a Campobasso il 25 maggio alle ore 18 nella Sala Alphaville (ex Onmi), in Via Muricchio. Intervengono:
Valentina Calderone (Direttrice “A Buon Diritto”)
Italo Di Sabato (Coordinatore Osservatorio Repressione)
Vincenzo Boncristiano (Avvocato)
Michele Durante (Presidente Consiglio Comunale Campobasso)
modera:
Gian Mario Fazzini (Presidente Antigone Molise)
“Nelle scorse setteminane il parlamento ha convertito in legge i decreti legge a firma del Ministro dell’Interno Minniti e della Giustizia Orlando contenenti norme liberticide sulla “sicurezza” urbana e sul contrasto dell’immigrazione illegale”, commenta Italo Di Sabato. “Sono previste sanzioni amministrative e penali e l’allontanamento di individui ritenuti socialmente “pericolosi”, “antisociali” per il “decoro “cittadino dal centro della città o da alcune zone di essa o da tutta (cosiddetto Daspo Urbano). Basta poco per essere “indecoroso” o indesiderabile: migranti, senza tetto che dormono per strada, chi occupa una casa perché non ce l’ha, venditori abusivi, writers, ragazze (migranti e schiavizzate) spesso costrette alla prostituzione, chi sia colpevole di “musica o schiamazzi “, di non avere una fissa dimora o anche chi con manifestazioni infastidisca o “disturbi” chi governa. I migranti che volessero vedersi riconosciuto il diritto di asilo, d’ora in poi, non avranno più diritto di appellarsi contro le sentenze del giudice, se non ricorrendo solo in Cassazione. Le richieste d’asilo verranno esaminate in pochi minuti, prioritariamente tramite video-registrazione. Si moltiplicheranno in tutte le regioni nuove galere etniche (oltre Hot spot, Cara e Cas), i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (ex CIE). Oramai si è sancito un diritto differenziato per i/le migranti, la legge non è più uguale per tutti. E’ chiaro che l’obiettivo di questo provvedimento è quello di far la guerra non alla povertà ma a chi è colpevole di essere povero, i migranti, la gente che lotta per i propri diritti, per esempio occupando case o con cortei nel centro cittadino, persino chi fa il venditore ambulante perché non ha altro mezzo per vivere. Per loro l’importante è che il centro sia il salotto buono dei commercianti e degli speculatori, e che i poveri ed i contestatori si spostino in periferia”.
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