Il Soprintendente del Molise Dora Catalano e le funzionarie archeologhe impegnate nella tutela del patrimonio culturale hanno illustrato a Palazzo Japoce i risultati della campagne di scavo sul tempio ad alto podio di Altilia-Saepinum e gli splendidi reperti emersi a Montecilfone e Montenero di Bisaccia grazie alle attività di archeologia preventiva, collegate ai lavori per il metanodotto Larino-Chieti. “Si tratta di due tasselli di un’attività molto più articolata”, ha precisato la Catalano. A Sepino gli scavi sono stati ampliati nel 2017 e hanno portato alla definizione di un tempio su alto podio nell’area a ridosso del foro, costruito in epoca romana nel I secolo d.C. e che è andato completamente distrutto in epoca altomedioevale.
Successivamente l’area fu sfruttata come necropoli e parte del materiale reimpiegato per la realizzazione di abitazioni rurali. Gli scavi termineranno nel 2020, dopodiché i risultati saranno fruibili al pubblico. Grazie all’archeologia preventiva, invece, che sarebbe quella realizzata in occasione di esecuzione di lavori per infrastrutture ed edifici, sono venuti alla luce nell’ambito degli scavi per la realizzazione del gasdotto Larino-Chieti “ritrovamenti di una quantità e qualità tali da riscrivere l’età preistorica e protostorica del Molise”, ha aggiunto la Catalano. Le antiche necropoli di Montecilfone e Montenero risalgono ad un periodo che va dall’VIII al IV secolo a.C. e gli scavi hanno fatto emergere i resti di vecchi insediamenti abitativi e ben 93 tombe, al cui interno, oltre ad essere ancora visibili le ossa del defunto, erano conservate armi da combattimento, oggetti ornamentali, vasi e utensili.
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