C’è tanta commozione nella chiesa di Sant’Amico di Agnone quando la bara dove riposa Enrico Marinelli compare lì, davanti all’altare, coperta di fiori, circondata da uomini e donne in divisa, come a volergli fornire protezione. Cittadini, agenti di polizia, amici hanno voluto esserci per dare l’ultimo saluto all’ex prefetto molisano, scomparso ieri all’età di 87 anni, e per far sentire la propria vicinanza e il proprio calore alla moglie Sandra e ai figli Fabio, Luisa ed Anna. Nell’omelia di don Mimì Fazioli il ricordo di un uomo che si è speso tanto per gli altri, molto credente e capace di stringere una grande amicizia con Papa Giovanni Paolo II, legato innanzitutto da un rapporto professionale in qualità di addetto alla sicurezza del pontefice per 15 anni. Come uomo, ma anche come amministratore, ha cercato nella sua città e nei contesti sociali in cui viveva e ha operato di dare un contributo positivo, spinto da buoni propositi, dal senso del dovere e dalla fede. La chiesa gremita ha pianto e plaudito il suo compaesano. Ora il “generale” di Papa Wojtyla può tornare ad essere un angelo custode. Stavolta davvero con un paio di ali.
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