“L’agente di polizia si trovava a circa 30 metri di distanza da me, io stavo camminando dall’altra parte della strada per andare a prendere qualcosa da bere e lui mi ha sparato in faccia un proiettile di gomma. Questa è un’arma militare che va abolita. E la mia battaglia perché ciò avvenga andrà avanti“. Nicola Tanno, 33enne campobassano, ricorda a “Il Fatto Quotidiano” la sua terribile storia di cui è rimasto vittima nel 2010 a Barcellona, commentando le manifestazioni indipendentiste di alcuni giorni fa in Catalogna in cui quattro persone avrebbero perso un occhio dopo essere state colpite da proiettili di gomma usato sparati dalla polizia spagnola. Proprio come successe a lui. “Nel maggio 2010 mi trasferii a Barcellona per motivi di studio. Il 12 luglio venni in Plaza d’Espana per assistere alle celebrazioni della vittoria ai Mondiali di calcio della Nazionale spagnola e mentre camminavo saltai in aria. All’inizio non capii cosa fosse successo. Un agente di polizia mi aveva sparato in faccia un proiettile di gomma (nell’immagine in alto Nicola ne mostra uno, ndr) alla velocità di 700 km all’ora“. Per quell’episodio il giovane campobassano perse un occhio. “E’ un’arma militare, un’arma che ha ucciso. Ogni volta che viene utilizzata si registrano feriti con danni permanenti. E in nessun caso è stato possibile individuare il responsabile“. Dopo aver affrontato l’operazione, le cure, la consapevolezza che la sua vista era ormai parzialmente compromessa, Nicola Tanno cercò persone come lui che erano rimaste ferite da proiettili di gomma e fondarono una associazione. La loro battaglia arrivò fino al parlamento spagnolo. Il molisano ottenne alla fine un risarcimento di circa 200mila euro e le scuse del Governo catalano. Ma lui non si fermò certo qui. “Stiamo riavviando la campagna nazionale affinché l’uso di queste armi da parte della polizia venga proibito. E’ sproporzionata per quella che dovrebbe essere la sua reale utilità e oltrettuto è aleatoria, perché un proiettile del genere rimbalaza e può colpire chiunque. Allo stato attuale l’obietivo a mio avviso è quella di terrorizzare e fare male. Ecco perché non ci fermeremo“.
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