Una partita che fece scoppiare la guerra. Gli incidenti della partita di calcio tra Dinamo Zagabria e Stella Rossa di Belgrado, avvenuti il 13 maggio del 1990, sono considerati il preludio alle guerre di indipendenza nei territori della ex Jugislavia e sono stati al centro di un incontro tenuto giovedì presso l’Unimol, secondo appuntamento del seminario “Morire nella bellezza”, a cui hanno preso parte diversi studenti e appassionati. Un riferimento ad un epilogo che ha lasciato una scia di sangue dopo una manifestazione che dovrebbe essere un bello spettacolo a cui assistere, ma anche alla sconfitta come esito inevitabile quando ci si concentra troppo sull’aspetto estetico. A condurre questa interessante lezione il professore Unimol Ivo Stefano Germano e il giornalista campobassano e dottore in Scienze della Comunicazione Francesco De Lisio. L’evento si è concentrato sulla cultura sportiva nei popoli della ex Jugoslava. “Morire nella bellezza, il titolo rappresenta in qualche maniera il loro motto”, ci ha spiegato De Lisio. “Una sorta di ossessione nel dimostrare di essere più abili degli altri, facendo sfoggio di talento, ingegno, scaltrezza, spesso però non sufficienti per arrivare a vincere. Nello sport di squadra servoono anche disciplina e organizzazione. Il gesto estetico ha la sua importanza ma una squadra vaa morire, sportivamente parlando, se rischi di perdere di vista l’obiettivo principale, che è quello di portare a casa il risultato o alzare una coppa”.
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