Sarà celebrata questa mattina a mezzogiorno e mezzo davanti al giudice del Tribunale di Campobasso, Veronica D’Agnone, l’udienza preliminare a carico di Michele D.B., 26enne campobassano, noto anche col soprannome di “Pensa” (che diede il nome all’operazione di Polizia e Carabinieri), e di un’altra decina di indagati nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura del capoluogo che l’8 marzo 2019 portò all’esecuzione di sei misure cautelari fra carcere e domiciliari. I soggetti coinvolti devono rispondere a vario titolo di diversi reati, dalla rapina ai furti, dallo spaccio di stupefacenti alle lesioni e al favoreggiamento. In udienza gli avvocati difensori, sentiti i loro assistiti, avranno la possibilità di chiedere il giudizio con un rito alternativo o scegliere di andare a processo, oltre che formulare altre richieste specifiche o sollevare eccezioni. Sono diverse le contestazioni oggetto di valutazione da parte del gup D’Agnone rigurdanti un fascicolo che ruota intorno ad una figura principale, il writer Pensa, protagonista della maggior parte degli episodi finiti nel mirino di Procura e forze dell’ordine e quasi tutti riguardanti i primi tre mesi dell’anno scorso. Sei le persone accusate dell’attività di spaccio di stupefacenti, cocaina soprattutto, che vedeva nel 26enne campobassano il principale promotore, sia per quanto riguarda la parte logistica – spesso nel suo appartamento – sia l’attività vera e propria, come dimostrerebbero intercettazioni, appostamenti e testimonianze. Insieme a lui altri due campobassani, il 19enne Andrea M. che finì in carcere come Pensa e N.D.A., e tre pugliesi, D.F., A.V. e L.P., questi ultimi inquadrati come corrieri e fornitori di Michele D.B. Tre gli episodi di rapina addebitati al writer con la complicità di altre persone, due alla medesima vittima, una donna brasiliana all’interno di un appartamento del centro storico, brutalmente picchiata e derubata – nelle due occasioni – di soldi e tablet, e un terzo ai danni di un giovane campobassano, aggredito fisicamente e derubato di un finto rolex. Il concorso nella rapina al centro storico nel gennaio 2019 è contestato anche ad Andrea M., come esecutore, al 22enne A.C. e alla 23enne C.P. in qualità di autisti. Nell’inchiesta sono coinvolti anche i genitori di Pensa, accusati di favoreggiamento, per aver aiutato il figlio a nascondere una somma di circa 90mila euro presunto provento delle attività illecite.
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