“Alle paventate prove di forza del periodo natalizio il governatore Toma alla fine ha preferito le prove da ‘sforzo’ dell’epifania, per tenere in piedi la sua Giunta e unita la sua maggioranza, e sono l’unica testimonianza della sua impercettibile azione politica. In meno di due anni dall’insediamento – denuncia la portavoce M5S – il presidente della Regione si è incagliato sul secondo tentativo di modificare la Giunta, composta meramente secondo il criterio del gradimento elettorale e non su una precisa visione strategica di lungo respiro sui temi di una programmazione organica del territorio. Dopo gli annunci roboanti di revisione degli assetti politici seguiti alla bocciatura del piano regionale dei trasporti, sul quale l’attività istituzionale si è concentrata per ben 18 mesi producendo il nulla (visto che ad oggi non esiste nemmeno il bando per il gestore che avrebbe dovuto essere pubblicato a dicembre), Toma ha provato a mettere in discussione la sua Giunta per garantirsi una maggioranza in Aula, ormai sempre meno granitica. Un meccanismo perverso – sottolinea Patrizia Manzo – quello messo in piedi dal governatore che si sta rivelando un boomerang: tutti vogliono, anzi reclamano, quella poltrona. Non perché si abbia un’idea di come uscire dalla stagnazione nella quale il Molise continua ad annaspare, ma perché spetterebbe per diritto a quella o a quell’altra formazione politica. Sono iniziati i saldi anche in via Genova: il presidente ha quasi concluso il suo giro di consultazioni, con l’obiettivo di continuare a lavorare ‘perbene’, impegnato com’è a risollevare le sorti del centrodestra regionale più che quelle del Molise. Probabilmente, grazie al meccanismo della surroga, che il MoVimento 5 Stelle osteggia da sempre, Toma auspica che il primo dei non eletti, che subentrerà al futuro nuovo assessore (se dovesse essere nominato) possa nascondere le crepe della sua maggioranza. Nonostante il panorama mortificante e desolante – prosegue la portavoce del MoVimento 5 Stelle – drammaticamente certificato anche dall’Istat, che ha rilevato 2250 residenti persi in soli 8 mesi, l’attività istituzionale è immobile da metà dicembre, il Consiglio regionale viene convocato e poi rimandato da ormai oltre un mese. Argomenti fermi e mai discussi, proposte di legge parcheggiate nelle Commissioni consiliari competenti, oggetto persino della dura reprimenda del presidente Toma che chiede di accelerare gli iter sulle uniche due proposte di legge partorite dalla Giunta regionale. Mentre i molisani fuggono a gambe levate, in cerca di opportunità e lavoro, il presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, elabora progetti milionari con i quali esternalizzare il lavoro istituzionale e di supporto alla politica già espletato da professionalità interne, strutturate e preparate, come a voler scaricare sui dipendenti pubblici la gravosa inefficienza politica della maggioranza. Il ‘governo perbene’ ha prodotto, da maggio 2018 ad oggi, una trentina di leggi (basta consultare il sito della Regione Molise per averne conferma), di cui la metà riguarda le procedure di rito legate ai bilanci e l’altra argomenti di certo interesse ma di impatto zero per il futuro della regione, per la quale si continuano ad usare solo belle e vuote argomentazioni. Futuro è la parola scomparsa dall’agenda politica di questa maggioranza silente – conclude Patrizia Manzo – senza idee né proposte, capace solo di alzare la mano in Aula e la voce nelle stanze del potere dove reclamare un posto in Giunta”.
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