Il giorno 12 gennaio si riscrive la storia e Provvidenti, con la firma dell’atto di partenariato e la consegna delle chiavi dell’immobile, sede del “Laboratorio Provvidenti”, da parte del sindaco Salvatore Fucito, alla neonata aggregazione tra imprese, professionisti, università, associazioni, enti pubblici e privati, cittadini, che convoglieranno in un soggetto attuatore, quale una cooperativa di comunità, diventa il simbolo della riscossa e della battaglia allo spopolamento. Il più piccolo, in ordine al numero di residenti, borgo del Molise e tra i più piccoli d’Italia, crea un modello, mette al bando l’assistenzialismo e si propone all’attenzione della Nazione. Unisce ed aggrega ed insieme a Montorio nei Frentani, altra piccola realtà molisana, indica la strada per una legge per una fiscalità agevolata proposta dallo scomparso e compianto consigliere regionale Gennaro Chierchia. L’unirsi in un e per un progetto di economia circolare d’impresa, con l’ambizione di essere modello di scuola edile grazie alla collaborazione della scuola edile del Molise e università; modello di geniali attrattori quali l’arte, l’artigianato, l’agricoltura, lo sport, l’ambiente,il benessere; l’ambizione di essere portatori di energie e con esse garantire la riuscita grazie alle innumerevoli persone accorse per far parte integrante di un progetto ambizioso, visionario con il giusto pizzico di follia che determina il giusto quoziente di certezza dell’essere, l’arma vincente.
Rigenerazione urbana, attività culturali e riappropriarsi degli usi civici di cui Provvidenti ne è assolutamente ricco. Non mancherà la musica, denominatore di un progetto passato che non può più appartenere al passato. Le parole del sindaco fanno eco nella sala. Ringraziare chi ritenne di dare a Provvidenti una possibilità di emergere è d’obbligo. Ripartire da gioie e dolori è sempre una scommessa ma il passato nell’equivoco e negli errori ha segnato una strada che ha subito uno stop ingiustificato e gravemente penalizzante. Ripartire, anche se in maniera diversa e senza guardarsi indietro, è doveroso per chi ebbe a crederci e commisurarsi con una realtà sconosciuta ai più. Gli fa eco Roy Paci che con un lungo messaggio vocale non aspetta che si torni a parlare di Provvidenti come centro di un progetto che lo vedrà coinvolto e che riporta al tema della gastrofonia d’autore. E così tutto si confà in un contenitore che regna sovrano. La riunione operativa detta regole, tempi ed attori. Si formano i gruppi di lavoro, si incaricano gli esperti e, nessuno escluso, si inizia a lavorare senza sosta. Attori di spicco porteranno la loro esperienza e la loro dedizione per uno scopo nobile: la vita di un borgo vale quanto quella degli stessi uomini e donne che vi abitano e che credono fermamente che rimanere non comporta come spesso accade rassegnazione. E così un segno tangibile è l’apertura di un centro culturale e ricreativo. La consegna delle chiavi rievoca l’emozione di un parto e la gioia dei genitori nell’udire il fremito gemito e l’odore della vita. Un pianto di gioia nell’aprire una porta chiusa da troppi anni. “Voglio aprire un caffè letterario”, si alza una voce di una resistente. “Ho provato in passato ma non ho trovato sponde. Adesso son pronta e voglio realizzare il mio sogno qui, con voi”.
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