Ore 19. Sono una sessantina le persone in quarantena domiciliare a Riccia che non possono per alcun motivo uscire di casa per le prossime due settimane. Il centro fortorino nella serata di ieri è stato dichiarato “zona rossa” e nessuno può entrare né uscire dal territorio comunale fino al 3 aprile, visto il cluster che rischia di crearsi nei prossimi giorni per via di due persone positive che potrebbero essere entrate in contatto con numerosi residenti o comunque contagiate da potenziali portatori asintomatici che a loro volta hanno incontrato diversi compaesani. Il primo caso positivo è un 83enne, padre di un uomo rientrato dal Nord, e appartenente ad una famiglia numerosa, l’altro è un medico del 118 originario di Termoli che presta servizio a Riccia e che potrebbe essere entrato in contatto con colleghi e pazienti del paese. Parenti, amici, personale sanitario: chi si trova in isolamento domiciliare è obbligato a restare in casa per diversi motivi. “C’è molta preoccupazione fra i cittadini ma non c’è allarme – ci ha comunicato il sindaco Pietro Testa al telefono. – Ad oggi la buona notizia è che non si registrano nuovi casi positivi, nè casi sospetti. Domani i sanitari entrati in contatto col medico contagiato saranno sottoposti a tampone. Questa mattina abbiamo avuto un colloquio con Prefettura e Questura in videochat per aggiornamento della situazione“. Intanto una sessantina di persone non potranno uscire neanche per fare la spesa. “Per fortuna come Comune abbiamo attivato il servizio di consegna a domicilio di derrate alimentari e farmaci in collaborazione con i volontari della Misercordia già prima della restrizione ordinata ieri. Prima era principalmente destinato agli anziani e ad altre fasce deboli, ora è stato allargato alle persone in quarantena“. Non c’è possibilità di abbandonare il paese? “No, nessuno può uscire per alcun motivo, salvo gli organi preposti. Le strade secondarie sono state chiuse, quelle principali sono presiedute dalle forze dell’ordine“. Ci sono residenti rimasti fuori? “Un residente può rientrare in paese ma poi deve restare qui e non può lasciarlo. Alcuni infatti non sono rientrati per esigenze lavorative“. C’è timore a Riccia? “Sicuramente c’è timore ma anche un pò di tristezza. Oggi, in occasione di San Giuseppe, sarebbe dovuto essere un grande giorno di festa e vedere le strade vuote, sentire questo silenzio fa una certa impressione. Mi auguro che l’anno prossimo sarà tutto finito e potremo fare una festa ancora più grande per recuperare quella persa quest’anno“.
Congratulazioni alla neo dottoressa Caterina Calardo: 110 e lode con tesi su un museo dedicato alla pandemia da Coviv-19
Congratulazioni alla dottoressa Caterina Calardo per il brillante conseguimento della laurea magistrale con lode Alla presenza di genitori, fratelli e...
Leggi tutto