Un commissione permanente speciale per avviare lo studio specifico di possibili soluzioni al degrado del centro storico e delle aree più a rischio della città e per arginare le forme di devianza e dipendenza legate a uso di alcool, droghe e gioco d’azzardo compulsivo. E’ quanto richiesto dai consiglieri della Lega di Palazzo San Giorgio, Maria Domenica D’Alessandro, Alessandro Pascale e Alberto Tramontano, che auspicano controlli a tappeto e politiche mirate al fine di contrastare un fenomeno presente e a rischio ascesa. La commissione, spiegano i consiglieri di opposizione, dovrà essere bipartisan e senza oneri economici, con rappresentanza politica paritetica, autorizzata ad avvalersi di esperti che operano sul territorio. “Consapevoli che non sarà facile debellare un problema dalle radici così profonde e che non combattere significherebbe accettare la sconfitta di un male che non lascia scampo, abbiamo tutti, in qualità di amministratori della Città di Campobasso, il dovere di prestare sollecita attenzione al fenomeno in sinergia con tutte le istituzioni del territorio”, affermano. “Da lungo tempo l’Ordine degli Avvocati di Campobasso e la Procura della Repubblica del Tribunale del nostro capoluogo si interessano di questa problematica”, continuano nell’ordine del giorno presentato a Palazzo San Giorgio. “La nostra regione è tra quelle dove c’è il maggior consumo di oppiacei. Purtroppo si allarga pure l’uso di eroina e di altre droghe sintetiche, ed è sempre più bassa la fascia di età di chi inizia a consumarle. Giovani, giovanissimi entrano in vortici che generano danni irreparabili per la loro salute. Il mercato si amplia e crescono i reati perpetrati per procurarsi il denaro necessario all’acquisto delle dosi. Crescono le situazioni di disagio, comunicateci dai cittadini, nei quartieri e nei condomini, dove risiedono giovani e famiglie che vivono ogni giorno questo dramma senza aiuti, essendo praticamente ferma al momento l’azione del SERD. Solo a Campobasso e provincia si arriva fino a 6 chili di cocaina ogni mese per un giro di affari di quasi 750mila euro.
Lo stesso procuratore capo di Campobasso, Nicola D’Angelo, un anno fa, nell’ambito della campagna “Un Molise senza sostanze stupefacenti” ha lanciato un grido d’allarme sollecitando tutti alla responsabilità, alla coscienza critica, alla prevenzione, alla denuncia e alla lotta, allo spaccio e all’uso di sostanze stupefacenti. La richiesta di sensibilizzazione di D’Angelo non è rimasta inascoltata. Ed è per questo che oggi è necessario lavorare insieme per definire misure che scongiurino il proliferare del fenomeno a Campobasso. Questa assise non può sottovalutare la questione e deve impegnarsi in una attività collettiva e continuativa, per una azione educativa e costruttiva che, oltre a dare un duro colpo al fenomeno, sostenga le famiglie coinvolte e gli stessi assuntori allontanandoli dal vortice distruttivo. Da sottolineare il successo di iniziative come quella della “Su e Giù” in cui l’Ordine degli Avvocati e la Camera Penale Distrettuale hanno partecipato alla manifestazione podistica con dei gruppi omogenei di atleti e partecipanti che hanno diffuso il messaggio di un Molise senza sostanze stupefacenti indossando delle magliette predisposte per l’occasione, che fanno intendere quanto tutta la cittadinanza abbia il desiderio di partecipare e farsi parte attiva. Così come la necessità da parte del nostro Comune, della Provincia e della Regione di attivarsi sistematicamente, attraverso degli specifici protocolli, promuovendo un Dipartimento per le politiche antidroga efficiente, considerando che al Serd si contano accessi pari al 7 per mille. Oltre 2000, quindi, i pazienti trattati. E’ necessario che ci sia un personale adeguato che monitori sul territorio le situazioni di disagio dei nostri giovani ed è ormai indifferibile entrare nelle scuole per discutere del problema e nel mondo dell’associazionismo sportivo per lanciare messaggi mirati. Le attività di prevenzione sono da ritenersi prioritarie e fondamentali per la riduzione della domanda di droga, alcool e gioco compulsivo. Esse devono essere strutturate, considerando che tutte le sostanze stupefacenti, l’abuso di alcool ed ogni altra forma di dipendenza sono pericolose per la salute psico-fisica e sociale dell’individuo. Bisogna puntare a rendere i giovani consapevoli dei rischi e dei danni ed offrire loro esempi e percorsi virtuosi di vita, che li indirizzino a scelte positive e responsabili. Occorre un dialogo rafforzato delle Istituzioni e di prossimità con le famiglie, con la Scuola e con le Associazioni sportive e non solo, perché siano messi nelle condizioni di svolgere al meglio le loro funzioni educative e di indirizzo dei giovani”.
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