“Il tempo delle parole è finito, basta con annunci e promesse non mantenute. Vogliamo alzare le saracinesche delle nostre attività”. E’ questo il grido di allarme a cui si associa Confesercenti Molise in seguito al prolungamento del nuovo Dpcm del 26 aprile. “Dopo quasi due mesi di interruzione per la maggior parte delle attività strategiche per l’economia e la mancata attuazione delle promesse annunciate dal Governo a favore delle aziende e dei loro dipendenti è arrivata l’ennesima batosta: il prolungamento dello stop delle piccole attività già in agonia. Lo stop è arrivato quando numerosissime attività si stavano già riorganizzando per garantire i protocolli di sicurezza vigenti previsti per riprendere gradualmente il lavoro. Il pensiero di Confesercenti Molise, in condivisione con altre Confesercenti regionali, è quello che il Governo abbia mancato di coraggio chiedendo di non riaprire tutte le attività economiche, di non delegare alle Regioni la valutazione e i tempi per la scelta della ripartenza. Il tutto ben consapevoli che in due mesi la strage economica ha creato nuovi poveri. La Confesercenti ha denunciato la grave situazione inviando una nota direttamente al presidente Conte. Al Premier l’associazione di categoria ha chiesto chiarezza sull’annunciata ma confusa riapertura prevista per il prossimo 4 maggio e quali i protocolli da adottare per il rispetto delle norme sanitarie previste per il commercio al dettaglio e per tutti gli altri settori economici. Sul turismo, poi, riconoscere verbalmente che sia il settore più colpito e non fornire indicazioni chiare o strategie di ripartenza della stagione turistica è inaccettabile. Dopo 2 mesi di fermo totale non basta ripartire, bisogna partire nuovamente da zero. Occorrono misure concrete studiate sulla reale situazione di ogni settore economico di ogni singola regione d’Italia che siano in grado di coniugare salute e ripartenza. Agenzie di viaggio, stabilimenti balneari, ristoranti, bar, guide turistiche, sono tutti pronti a fornire i propri servizi in piena sicurezza. Chiediamo a gran voce sia alla politica regionale, ma anche ai sindaci, ai presidenti di Provincia, alle imprese, di condividere il nostro appello: apertura immediata per tutte le categorie del commercio (come abbigliamento, accessori, calzature, ecc) che possono rispettare le attuali normative in materia di sicurezza, dal distanziamento, all’uso di dispositivi, alla messa a norma dei locali, come accade già per tutte quelle tipologie già oggi autorizzate a operare. Attivare immediatamente protocolli comportamentali e procedurali per quelle attività che per loro natura necessitano di adempimenti specifici quali ristorazione, mercati, fiere, parrucchieri e barbieri, estetiste. Sostegno diretto con interventi a fondo perduto da parte dello Stato per sostenere le imprese e il reddito di tutti quei settori che non possono o non potranno più ripartire subito. Si rende necessaria la riapertura delle categorie per scongiurare una più probabile catastrofe economica”.
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