Ore 12. “I test sierologici sono attendibili e utili per l’indagine epidemiologica sulla popolazione“. Ad affermarlo sono stati i dirigenti di Villa Maria, dottor Carlo Pedicino e dottor Nicola Manna, che questa mattina hanno presentato lo screening epidemiologico Covid-19 davanti alla casa di cura di Campobasso. “I test rapidi, effettuati ad aprile e certificati dalla Comunità Europea, hanno permesso di individuare ed isolare un cluster fra il personale amministrativo. In particolare dei 7 test risultati positivi, riguardanti soggetti asintomatici, cinque hanno trovato conferma nel tampone, applicato dall’Asrem nelle ore successive a seguito di nostra segnalazione. Ad oggi tutto il personale di Villa Maria è negativo al tampone“. Lo screening è consistito in 67 test su personale e 225 su soggetti esterni che lo hanno acquistato di iniziativa. Di questi ultimi, l’1,78% – ossia quattro persone – è risultato positivo alle sole IgM (immunoglobuline M), esito che in sostanza affermerebbe che l’organismo è venuto in contatto con il coronavirus, mentre il 4,44% – 10 persone – positivo sia alle IgM sia alle IgG (immonuglobuline G), quindi che l’infezione sarebbe nella sua fase acuta. Parliamo ovviamente degli anticorpi prodotti dal nostro organismo nella risposta immunitaria agli antigeni. I soggetti positivi erano stati isolati e i risultati immediatamente segnalati all’Asrem per la successiva applicazione del tampone. Lo studio, hanno sostenuto i dirigenti di Villa Maria, è servito a ribadire l’importanza dei test rapidi, fermo restando la loro certificazione CE. Ma anche per affermarne il metodo di applicazione. I sanitari della struttura di via Principe di Piemonte hanno eseguito i test attraverso prelievo di sangue venoso e quindi non su sangue capillare, perché – hanno precisato in conferenza stampa – in questo modo si riduce l’indice di errore. Dal momento che ad oggi un tampone viene applicato solo a casi sospetti (soggetti sintomatici e persone entrate in stretto contatto con un contagiato dal coronavirus) e gruppi di soggetti a rischio o fortemente esposti (case di riposo e personale sanitario), il test può essere anche richiesto senza una motivazione valida, tenendo presente però che va acquistato e quindi va sostenuto un costo da parte del soggetto richiedente, circa 40 euro. La sostanza, nell’intervento dei due medici, è che test e tamponi possono completarsi a vicenda. Un paziente positivo al test e al tampone (quest’ultimo peraltro viene ripetuto a distanza di circa 24 ore) è sicuramente positivo al Covid-19. Ma anche in presenza di margini di errori e falsi positivi aumenta la probabilità di individuare particolari criticità nella popolazione, in gruppi o contesti sociali, e di bloccare un possibile cluster di contagio.
Congratulazioni alla neo dottoressa Caterina Calardo: 110 e lode con tesi su un museo dedicato alla pandemia da Coviv-19
Congratulazioni alla dottoressa Caterina Calardo per il brillante conseguimento della laurea magistrale con lode Alla presenza di genitori, fratelli e...
Leggi tutto