La Polizia Postale e delle Comunicazioni di Campobasso ha svolto una complessa attività d’indagine in merito ad una frode informatica realizzata attraverso la sofisticata procedura denominata “smishing” perfezionata da esperti malfattori del “web”. Tale tecnica delittuosa che negli ultimi tempi viene sempre più utilizzata dai cyber-criminali, consiste nell’invio massivo di messaggi di testo “SMS” caratterizzati da un tono particolarmente allarmante, tale da preoccupare e destabilizzare l’ignaro cittadino, sfruttarne il momentaneo stato di vulnerabilità. Il fine è quello di carpire dalla vittima informazioni riservate sempre più spesso custodite sui dispositivi mobili, ormai usati correntemente per memorizzare e gestire una gran quantità di dati personali, sensibili e riservati: credenziali, account, numeri di carte di credito e di conti correnti, codici di accesso al sistema operativo home banking. L’indagine ha avuto origine dalla segnalazione di un giovane lavoratore di Campobasso, il quale si è rivolto alla Polizia Postale dopo essersi accorto di una serie di ammanchi dal proprio conto corrente, quantificabili nella somma complessiva di circa 20mila euro. Raccolti nell’immediato i primi elementi di prova, la Squadra Investigativa del Compartimento della Polizia Postale esperiva accurate indagini scoprendo che il denaro in giacenza sul conto corrente del denunciante, in un brevissimo lasso temporale, era stato “dirottato” per la metà circa su conti correnti esteri per l’acquisto della valuta virtuale “bit coin” e per la restante metà su iban corrispondenti a conti correnti italiani. A seguito dei necessari riscontri tecnici correlati alle transazioni fraudolente registrate in danno del conto corrente, “monitorato” dai malfattori, si è giunti all’individuazione di due donne residenti in diverse località del Sud-Italia, le quali mediante l’apertura di conti correnti “ad hoc” si erano prestate alle ricezione della parte di denaro provento della frode destinato a rimanere nel territorio. Le due donne, immediatamente identificate dagli agenti, sono state denunciate alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di concorso in frode informatica. Sulla base di tali fenomeni delittuosi, la Polizia Postale continuerà a monitorare tutte le attività sospette connesse ai prelievi fraudolenti su carte di credito e sull’home banking, invitando tutti gli utenti ad usare la massima prudenza sul “web”, come ad esempio il non rispondere a messaggi, e-mail, link sospetti, ribadendo nell’occasione che sia gli Istituti di Credito che le Poste Italiane non richiedono mai alla clientela codici segreti o altri dati personali attraverso tali strumenti.
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