Lo avevano descritto come un brutale violentatore, l’amico insospettabile uscito di senno, mosso da un istinto animale incontrollabile al punto da strappare i vestiti della sua vittima, seduta accanto a lui in macchina dopo una notte in discoteca. La notte di Capodanno. Quella del 2019. Dopo circa un anno e sette mesi di indagini minuziose e particolari della Squadra Mobile di Campobasso partite dalla denuncia di una ragazza di 20 anni di un paesino a pochi chilometri dal capoluogo arriva il colpo di scena: la Procura di Campobasso ha chiesto l’archiviazione per il giovane campobassano indagato per violenza sessuale. Per il magistrato della Procura non ci fu né stupro né stupratore ma forse un rapporto consensuale, il ragazzo non avrebbe commesso ciò di cui è stato accusato. Un racconto e una ricostruzione, quelli raccolti dagli inquirenti, che sono stati forse considerati forzati, con dettagli che non tornavano, o semplicemente gli elementi a disposizione non sono stati ritenuti sufficienti per imputare l’accusato di un atto così grave. L’episodio rimbalzò sui giornali e sui social network i primi giorni di gennaio dell’anno scorso, scatenando la reazione di sgomento da parte della comunità campobassana e di quella della ragazza. Una violenza inaudita, che vedeva protagonisti due giovanissimi, trasformati in una notte nell’aguzzino e nella vittima. Il giovane e la ragazza, secondo l’iniziale ricostruzione, dopo aver passato con un gruppo di amici la notte di Capodanno in discoteca, si sarebbero spostati con la macchina di lui in una zona appartata della città, contrariamente a quanto previsto dalla comitiva con cui sarebbero dovuti andare a fare colazione vista l’alba imminente. Un cambio di programma inaspettato, stando alla denuncia, che sarebbe culminato con un approccio sessuale da parte del conducente, respinto da lei, e sfociato in una brutale violenza. Vestiti strappati e lividi sul corpo, lei bloccata dalla maggiore forza dell’amico al punto da non riuscire a prendere il telefono per chiedere aiuto o ad aprire la porta dell’auto e provare a scappare. Minuti interminabili senza poter impedire quell’assurdo e inimmaginabile finale. Il giovane, che ha sempre respinto le accuse, al termine del presunto stupro, l’avrebbe riaccompagnata a casa, dove la 20enne sarebbe scoppiata in lacrime con i suoi familiari dando sfogo al dolore e alla violazione subita. La visita in ospedale conferma il rapporto. Dopo la denuncia il ragazzo è stato indagato a piede libero. Perizie e perizie sugli abiti, sui sedili dell’auto teatro di una vicenda così squallida, diversi elementi messi insieme dalla Squadra Mobile che non hanno però convinto il sostituto procuratore che dopo mesi di accurata lettura degli atti, e dopo l’incidente probatorio e aver ascoltato diverse volte i protagonisti della vicenda, ha ritenuto di chiedere al Gip l’archiviazione per l’indagato così restituendo al giovane quella dignità offuscata per 19 interminabili mesi. Il legale della ragazza si sarebbe già opposto a questa decisione e probabilmente l’udienza sarà celebrata verso fine anno.
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