La criminalità organizzata va affrontata inquadrandola come una mentalità. Questo il concetto alla base dei lavori della Commissione speciale a carattere temporaneo di studio sul fenomeno della criminalità organizzata nel Molise, di cui oggi è stato presentato il Rapporto conclusivo. “Con l’istituzione della Commissione – ha commentato il presidente Vittorio Nola, – resa possibile grazie all’intero Consiglio regionale unitamente al presidente dell’Assise Salvatore Micone e al Governatore Donato Toma che ringrazio, la politica ha voluto dare un forte segnale di attenzione al territorio in funzione anticrimine, oltre che un importante contributo a coadiuvare l’azione messa in campo da Forze dell’Ordine, magistratura, associazioni, famiglie, scuole e altri soggetti istituzionali civili e religiosi. Durante audizioni, incontri e grazie al lavoro sinergico con il ‘Coordinamento delle Commissioni e Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità’, abbiamo posto attenzione sul moltiplicarsi delle attività di usura, riciclaggio, traffico e consumo di droghe che la Procura Distrettuale Antimafia, insieme alla magistratura e alle Prefetture, affrontano con tanta determinazione. Un dato: in Molise sono registrati ben 11 beni confiscati alle mafie, dislocati tra Venafro e Campomarino, a conferma del grado di vulnerabilità della regione. Per questo bisogna intensificare gli sforzi, partendo ad esempio dall’accelerare e chiudere le inchieste che riguardano i cosiddetti ‘colletti bianchi’. Questo è solo uno dei temi affrontati dai lavori della Commissione. Il Rapporto conclusivo è infatti denso di raccomandazioni, suggerimenti e proposte concrete che si tradurranno in atti legislativi per quanto di competenza. Per prima cosa appare doverosa la costituzione di uno specifico Osservatorio Regionale sulla Legalità, il cui articolato è già pronto, inteso come naturale prosecuzione dei lavori della Commissione. Un Osservatorio a carattere tecnico-scientifico, a titolo gratuito, che accolga rappresentanti di enti e istituzioni, dell’Università e del mondo della scuola, delle parti sociali, di Forze dell’Ordine e Magistratura: un raccoglitore permanente di saperi, competenze, esperienze, quindi proposte. C’è, ad esempio, la necessità di connettere le piattaforme informatiche in dotazione ad alcuni Enti, all’interno di una rete di monitoraggio in modo da fornire dettagli fondamentali riguardo alle infiltrazioni nel tessuto economico. Si pensi, ad esempio, ad una cabina di regia costituita da INPS, Procura della Repubblica, Ispettorato del Lavoro e Inail, sostenuta dagli indicatori di riferimento per le Camere di Commercio in merito alla presenza di aziende con gestioni quantomeno ‘opache’ e alle tante srl unipersonali in costante evoluzione. Indicatori, peraltro, utili anche per altre tipologie di analisi che spaziano su aspetti sociosanitari, legati ad attività criminali come droga, ludopatia, violenza di genere, bullismo e cyberbullismo; reati ambientali e nel settore energetico, come eolico selvaggio e traffico rifiuti; sversamenti illegali; gestione idrica e delle opere relative al ‘ciclo dell’acqua’ ad uso idrico, irriguo ed idroelettrico, fino alle criticità registrate nel settore agricolo: caporalato, incendi dolosi, commercio di animali di dubbia provenienza. Altro progetto, suggerito dalle associazioni di categoria, è quello di costituire un unico Confidi regionale, con adeguato fondo di dotazione finanziaria, per contribuire alla ripresa economico-produttiva delle piccole e medie imprese molisane in difficoltà e combattere l’usura. Ci sono poi tre proposte di legge suggerite dal tavolo di ‘Coordinamento nazionale antimafia’: il progetto ‘Beni sequestrati’ prevede di valorizzare e utilizzare a fini sociali gli 11 beni confiscati alle mafie in Molise; il progetto ‘Liberi di scegliere’, già in agenda del Consiglio regionale promuove, invece, l’accoglienza a favore di minori provenienti da famiglie mafiose; il progetto ‘Modifiche e integrazioni al codice per i contratti pubblici’, infine, prevede un espresso richiamo al rating di legalità e, quindi, agevolazioni per le imprese che denunciano illegalità. Per tutelare il territorio occorre difendere la trasparenza, valorizzare i nostri riconosciuti asset materiali e immateriali, imitando le migliori esperienze e competenze in tema di etica e legalità, affinché si realizzi davvero un cambio di mentalità all’interno delle istituzioni e tra i cittadini”.
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